MILLA PRANDELLI
Cronaca

Timken, notti in fabbrica per salvare il lavoro

Gli operai dell'azienda bresciana cercano di scongiurare la cassa integrazione dal mese prossimo

Monica Zambonardi in azienda da 33 anni e Giuditta Pagnoni impiegata alla Timken da 31

Villa Carcina, 24 luglio 2021 - Notti e giorni di preoccupazione per gli operai della Timken di Villa Carcina, la cui direzione ha comunicato che entro un anno chiuderà e che da agosto tutti i 106 dipendenti saranno messi in cassa integrazione. Loro, i lavoratori, non vogliono cedere e ormai da sei giorni stanno restando giorno e notte all’esterno dell’azienda per chiedere alla multinazionale americana dell’automotive di cambiare idea. Le ore trascorrono lente: da mattina a mattina, nella speranza che qualcosa cambi.

«Lavoro in questa azienda da 27 anni – spiega Roberto Cadei – ho tre figli. Ho preso malissimo questa vicenda. Il sindacato aziendale è stato convocato lunedì scorso alle 9, senza che pensassimo a quanto è accaduto nel giro di 10 minuti. Ci hanno semplicemente detto “qui si chiude“, eppure stavamo lavorando a pieno regime". I lavoratori hanno voglia di raccontare e, nonostante la serietà della situazione, sperano e hanno fiducia nelle istituzioni, che si stanno facendo sentire: da chi si trova al Governo e al Parlamento europeo fino ai sindaci.

Non solo. Ieri in mattinata molte delegazioni di impiegati del settore sono state a Villa Carcina a manifestare il loro appoggio. "Il metallurgico bresciano ieri ha incrociato le braccia – spiega Antonio Ghirardi, segretario provinciale della Fiom Cgil – molti sono venuti alla Timken e hanno partecipato all’assemblea aperta". La Valtrompia sta abbracciando i propri uomini e donne, fissi di fronte all’azienda. Dove alcuni mangiano e dormono. "Stanotte mi sono fermato qui – spiega Tariq Nadi, da 15 anni in azienda – lo faccio per me e per i miei colleghi. Non so come farò. Ho un figlio, mio padre è gravemente malato e mia mamma è disabile. Che vita è questa, se non posso permettermi di aiutarli?".

Nel presidio non mancano le donne. "Noi abbiamo 51 e 53 anni – spiegano Monica Zambonardi, in azienda da 33 anni e Giuditta Pagnoni, impiegata alla Timken da 31 – cosa faremo se perderemo il lavoro? Siamo ancora giovani nella vita ma vecchie per essere assunte. Siamo disperate". La notte, coi lavoratori, restano anche i sindacalisti. L’altro ieri c’erano Mario Resinelli della Fiom e Enzo Grossi della Rsu. "Non ho nessuna intenzione di lasciare soli i lavoratori – spiega Resinelli – per questo resto con loro giorno e notte, mangiando panini e condividendo la loro preoccupazione". "Abbiamo dato anni a questa azienda – conclude Grossi – molti di noi erano qui prima degli americani. Perché dobbiamo soccombere? Un conto sarebbe se lo stabilimento non lavorasse, un conto è ragionare solo per il profitto. Il loro, ovviamente".