COSIMO ROSSI
Cronaca

Terzo polo, atto finale Giachetti: gruppi divisi

Azione e Italia viva pronti ad andare da soli nei due rami del Parlamento

di Cosimo Rossi

"Nei prossimi giorni verificheremo", twitta il leader di Azione Carlo Calenda. Ma la separazione in casa del Terzo polo con Italia Viva è già divorzio conclamato. A dieci mesi dalla corsa in tandem che alle politiche ha sfiorato l’8%, è il renziano Roberto Giachetti a proporre di sottrarsi "all’umiliazione di una finzione, di un matrimonio nel quale c’è una parte che evidentemente non sopporta più l’altra". Parole che non son state pronunciate senza l’assenso del leader di IV. E che preludono all’imminente divisione dei gruppi, che i renziani costituiranno nei due rami del Parlamento, probabilmente con la denominazione "Italia Viva – Centro riformista", mentre Azione ha i numeri solo a Montecitorio: al Senato andrà a ingrossare il gruppo misto, complicandone gli equilibri.

La cosa era nell’aria. Tre i punti di merito dell’attrito politico. Primo: l’adesione di Calenda alla proposta di salario minimo con primo firmatario Conte, indigesta per Matteo Renzi. Secondo: la commissione di inchiesta sul Covid, sostenuta dal leader di IV. Terzo: il premierato, che il Terzo polo aveva propugnato, ma su cui adesso i renziani accusano Azione di aver ritrattato – come sulla commissione Covid – solo per andare incontro all’avversione del Pd. Ma è sul metodo che Calenda e Renzi sono agli antipodi. A cominciare dalla polemica sulle cene al Twiga degli esponenti renziani che villeggiano in Versilia, liquidata all’insegna del "non mi può fregà di meno" dall’ex sindaco, che accusa il "grillismo degli antigrillini" rivolto all’ex coniuge. Problema di "opportunità evidente" cenare in casa di Daniela Santanchè avendone chieste le dimissione, ribadisce il leader di Azione.

Non si può effettivamente pensare che gli esponenti di IV non sapessero quel che facevano. E proprio questo è l’aspetto che più mette in conflitto Renzi e Calenda. Se il capo di Azione è uomo che persegue "il merito" delle questioni, l’ex premier agisce sempre "nel metodo" con contezza dei risultati che può ottenere. La proposta di riforma costituzionale sul premierato presentata mercoledì è la prova. Era in effetti nel programma del Terzo polo, ma è altresì vero che è avversata dal resto delle opposizioni. E non è un caso che Renzi l’abbia avanzata, sfidando i dubbi di Calenda, anche per accelerare la separazione. I due ieri non si sono parlati, e la verifica annunciata dal leader di Azione servirà solo a sancire la situazione. Nei gruppi parlamentari si stan già svuotando i cassetti, ma si guarda anche alle sfide in salita per le Europee. Dove, se Azione ha margini di intesa con +Europa, per IV non sarà facile perseguire la convergenza con Forza Italia che alcuni agognano, vista l’adesione al gruppo di Macron invece che al Ppe. Ma Renzi confida che dopo il voto europeo si riapra le partita in Italia.