Temù, Laura Ziliani fu avvelenata? Indagini in una Rsa

La figlia della ex vigilessa lavorava in una struttura di Ponte di Legno che è stata controllata: non risultano ammanchi di farmaci. Verifiche anche nelle farmacie

Il ritrovamento del corpo di Laura Ziliani

Il ritrovamento del corpo di Laura Ziliani

Temù (Brescia) - Non si fermano le indagini degli inquirenti, di carabinieri e procura. Come è morta Laura Ziliani? È credibile l’ipotesi dell’avvelenamento? I carabinieri di Breno stanno sentendo alcuni famigliari in merito alla tisana che un mese e mezzo prima della morte la donna avrebbe bevuto dormendo poi per 36 ore. Nella Rsa si Ponte di Legno, dove lavorava la figlia, come spiegato dal presidente Leonardo Toloni sono state fatte alcune verifiche da parte del personale. "Abbiamo controllato - dice il presidente Toloni - tutti i farmaci e non abbiamo riscontrato alcuna mancanza". I carabinieri hanno anche fatto controlli nelle farmacie dell’alta valle i cui esiti non sono al momento noti. La figlia maggiore della Ziliani aveva firmato un contratto semestrale con la Rsa di Ponte di Legno come fisioterapista, a partire dal primo dicembre 2020 e con scadenza il 31 maggio di quest’anno. Il 7 maggio è stato il suo ultimo giorno di lavoro effettivo. Il giorno dopo la mamma è sparita.

Il 10 maggio la giovane ha chiamato la struttura spiegando che, vista la situazione, aveva "bisogno di un periodo di aspettativa" e qualche giorno dopo si è dimessa, lasciando definitivamente il lavoro. Perché? Aveva rapporti cordiali con tutti a cominciare dalle due colleghe fisioterapiste, come ha raccontato il presidente. Perché lasciare un lavoro da fisioterapista cercato per anni e ottenuto dopo gli studi universitari pagati dalla madre, che amava profondamente le tre figlie e che per loro aveva sempre cercato il meglio? Laura Ziliani, secondo quanto emerso poteva permetterselo. Avrebbe avuto a disposizione un patrimonio immobiliare di valore notevole, forse oltre il milione di euro. Se omicidio c’è stato, è avvenuto per ragioni economiche? Al momento gli unici indagati "per atto dovuto", come hanno spiegato gli investigatori dopo l’iscrizione nel registro da parte del sostituto procuratore Caty Bressanelli, sono la figlia maggiore e minore e il fidanzato della più grande, su cui a Temù nessuno si sbilancia. Tutti lo conosco ma nessuno dice di esserne amico. Viveva in paese nel corso della settimana e lasciava l’abitazione quando la donna, Laura Ziliani, stava per ritornare. Pare che in paese non fosse considerato "uno del posto", a differenza delle due sorelle che, seppur non avessero particolari rapporti di confidenza coi residenti, erano considerate in paese per via del padre, che era nato e cresciuto a Temù, e della madre che nel passato era stata la vigilessa della località sciistica e che in paese aveva ancora molte amicizie.