Una triangolazione con l’estero, in particolare con la Croazia, dove era stata creata una società priva di sede operativa e personale. Una ditta bresciana che le inviava bonifici - un milione e 700mila euro in poco tempo - a fronte di fatture per operazioni inesistenti. Tasse evase per 800mila euro. Ci sono tutti gli ingredienti della classica frode fiscale.
L’ultima è stata scoperta da un’indagine della Finanza nel commercio dei metalli ferrosi ed è sfociata nell’esecuzione di un sequestro preventivo (pari al presunto profitto illecito) nei confronti della ditta bresciana. Il titolare è indagato per frode e fatture false, l’amministratore della società croata risponde di autoriciclaggio.
L’inchiesta, condotta dai finanzieri della compagnia di Rovato, è nata da una segnalazione dell’autorità giudiziaria croata, riguardante la fantomatica ditta amministrata da un italiano.