MILLA PRANDELLI
Cronaca

Suor Laura, l’eremita moderna che incanta la Valcamonica: le giornate tra orto e bisognosi

Da diciotto anni vive sui monti di Niardo: "La solitudine? La concilio con l’incontro". E così è diventata un punto di riferimento per decine di fedeli: "L’ospite è un sacramento"

Suor Laura, l'eremita, nel suo rifugio di Niardo

Niardo (Brescia) – Suor Laura vive a Niardo, nel cuore della Valcamonica, in un eremo abbarbicato sui monti. Conduce la sua vita in compagnia del Signore domiciliata in un piccolo alloggio denominato "Eremo Myriam", adiacente alla chiesa di San Giorgio costruita nel XV secolo, di cui si occupa con amore, come con amore si prende cura del parco adiacente alla struttura. Settanta anni, padovana, suor Laura Guariento abita tra i boschi camuni dal 2005 in totale solitudine. Prima è stata tre anni in un eremo a Rovigo e prima ancora ha trascorso trent’anni di vita apostolica tre i più poveri e gli umili, dove c’era bisogno di lei, come per esempio nelle baraccopoli del Belice, dove è rimasta per cinque anni. In convento è entrata a 18 anni, accolta dalle Suore Serve di Maria Riparatrici. Ad un certo punto nella religiosa è nata una necessità che l’ha portata a indagare sé stessa e la sua profonda vocazione.

«In me pian piano è maturata un’esigenza interiore più profonda e quindi pur facendo il mio servizio nella pastorale con anziani, giovani, malati e persone in difficoltà, ho capito che il Signore mi chiedeva e mi chiamava a scendere nella profondità del mio essere. Per farlo dovevo essere aiutata dal clima esteriore, ovvero un luogo ritirato, che mi permettesse di dare vita a quel germe interiore che ancora non riuscivo a decifrare". Quello che cercava suor Laura, lo ha capito dopo, era L’Esychia, termine greco che indica la tranquillità interiore ed esteriore intese nel loro termine più alto.

"Ho fatto un cammino con le superiori generali, che mi hanno accolta e capita. La mia esigenza interiore non era un’illusione, ma faceva parte di una personale vocazione che è diversa dalla clausura, che pure ho vissuto. L’eremita vive solo facendo sì che ciò che ha dentro non conosca barriere. Fare lavorare il tuo spiri to. Ecco così arrivare l’Esychia". Suor Laura, quando parla, incanta. Par e intuire i pensieri delle persone. Perché seppur vive completamente sola, non vive disgiunta dal mondo, che conosce, ama e studia con profondo interesse, pur senza essere "coinvolta" personalmente da quello che accade.

«La mia è una evangelica indifferenza, che non significa non conoscere e non interessarsi delle altrui problematiche: ho semplicemente raggiunto una mia personale forza interna che non mi fa vacillare né dubitare". Eremita non significa essere sempre sola. "Per mantenere vigile la dimensione del cuore, nella preghiera e nella parola di Dio – spiega la religiosa- l’eremita deve essere aperto nel cuore a momenti programmati nell’eremo. Concilio il mio cammino di preghiera e solitudine con l’incontro. Mi predispongo a livello interiore ad accogliere e intuire cosa il fratello e la sorella vogliono trasmettermi e se io posso dire una parola che lo passa illuminare. Fisso quindi incontri programmati con persone che vengono anche da molto lontano e questo mese terrò un corso, tutti i lunedì sera, dedicato al profeta Isaia. Tutti sono invitati".

Le giornate , per l’eremita di Niardo, sono lunghe e cominciano alle sei del mattino con la preghiera, che prevede la lettura del giorno. "È un momento importante in cui mi lascio andare a ciò che lo spirito mi dice. Poi recito le lodi, faccio colazione e inizio il mio lavoro. Tra le mie attività c’è la scrittura delle icone, ovvero dipingo a mano delle icone. Poi pulisco, taglio l’erba al parco, curo i fiori e l’orto, raccolgo la legna e molto altro. Dopo un piccolo riposo nel pomeriggio studio tematiche spirituali e di aggiornamento, perché è necessario che io sappia cosa accade nel mondo". A volte qualcuno viene nella chiesa di San Giorgio, che è collegata a dove vivo e allora lo accolgo, perché l’ospite che sale al mio eremo è sacramento".