FEDERICA PACELLA
Cronaca

Stranieri gran lavoratori. In Lombardia non intaccano sanità e pensioni e producono il 10% del Pil

Tra piccoli imprenditori e dipendenti il loro impegno in regione ha prodotto 37 miliardi nonostante un reddito medio inferiore di circa 10mila euro rispetto ai loro colleghi italiani

Stranieri gran lavoratori. Non intaccano sanità e pensioni e producono il 10% del Pil

Producono quasi 37 miliardi di euro di Pil, circa il 10% di quello lombardo, ma rispetto ai colleghi con cittadinanza italiana il reddito medio è quasi 10mila euro in meno. Sono alcuni degli aspetti che emergono dal nuovo rapporto sull’Economia dell’immigrazione di Fondazione Leone Moressa, presentato nei giorni scorsi al Viminale e alla Camera dei Deputati. A livello nazionale sono 4,3 milioni di contribuenti (10,4% del totale), che nel 2022 hanno dichiarato redditi per 64 miliardi di euro e versato 9,6 miliardi di Irpef; positivo il saldo tra il gettito fiscale e contributivo (entrate, 29,2 miliardi) e la spesa pubblica per i servizi di welfare (uscite, 27,4 miliardi), perché gli immigrati, prevalentemente in età lavorativa, hanno un basso impatto sulle principali voci di spesa pubblica come sanità e pensioni.

In Lombardia, nel 2022 si contano 588mila occupati stranieri (in crescita rispetto ai 536,7 del 2020) che hanno generato un Pil di oltre 37 miliardi di euro, il dato più alto in Italia in valore assoluto. La percentuale di valore aggiunto prodotto dagli stranieri sul totale è del 9,8%, sopra la media nazionale del 9%, ma meno del 12,3% della Liguria. Il reddito medio è di 17.730 euro, con punte sopra i 19mila euro nella provincia di Milano; sotto la media regionale ci sono Brescia (16.640), Bergamo (17.620), Como (17.070), Sondrio (14.430, il dato più basso a livello regionale); leggermente sopra la media Lecco (17.780 euro).

Il contributo Irpef in media è di poco più di 4mila euro, con valori differenti tra le province che rispecchiano il livello dei redditi medi. Rispetto al 2021, il reddito medio è leggermente aumentato, ma resta elevato il gap con gli italiani: la differenza media in Lombardia è di 10.150 euro, sopra la media nazionale di 8mila euro. Anche in questo caso, spetta a Milano il primato del divario più profondo (-13740 euro); a Brescia il gap è di -8370, a Bergamo -7910, a Como -8130, a Lecco -9520, a Sondrio -7620.

Altro fenomeno fotografato dal Rapporto è l’incremento degli imprenditori stranieri, a cui fa da contraltare il calo di quelli italiani. In Lombardia sono 162973 nel 2022, il 44% in più rispetto al 2010, mentre tra gli italiani nello stesso periodo si è registrato un calo del 10,4%. Le province dove è più accentuato questo fenomeno sono Milano (+63,4% di stranieri, -4,8% di italiani), Monza (+59,9% di imprenditori stranieri, -10,3% di italiani), Pavia (+39,1% stranieri, -17,4% italiani). La distribuzione tra province di imprenditori non italiani vede invece Milano al primo posto (54,3%), seguita da Brescia (10%) e Bergamo (7,4%).

Tra il 2020 ed il 2022, probabilmente l’effetto Covid, che ha visto ridursi le possibilità di lavoro proprio per gli immigrati, ha portato ad un aumento di imprenditoria straniera soprattutto nel Bresciano (da 15.346 e 16.233), nel Milanese (da 84.300 a 88.562), nella provincia di Varese (da 8.458 a 9.296). In calo, invece, gli imprenditori di origine non italiana a Bergamo, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia e Sondrio.