Brescia, strage di piazza della Loggia: "Rifate il processo"

Maurizio Tramonte chiede la revisione della condanna all’ergastolo. Il legale: "La foto? Non era lui"

Strage piazza della Loggia

Strage piazza della Loggia

Brescia, 24 aprile 2019 - Maurizio Tramonte chiede la revisione della condanna all’ergastolo per la strage di piazza Loggia. Dal carcere di Fossombrone, dove è detenuto in isolamento, l’ex spia dei servizi segreti continua a professare la sua innocenza. «Non voglio morire con addosso il marchio di stragista», ripete. Per questo ha affidato all’avvocato siciliano Baldassare Lauria, direttore della Fondazione progetto innocenti, l’incarico di raccogliere elementi per ottenere un nuovo processo e un sperare in un proscioglimento.

«Tramonte è stato assolto in primo e secondo grado, mentre le sentenze della Cassazione e dell’appello bis lasciano perplessi. È vero che il mio assistito all’epoca della strategia della tensione era un informatore dei servizi, se vogliamo era un personaggioparticolare, ma da qui a definirlo in carnefice ce ne vuole. Siamo in presenza di verdetti politici, emessi perché dopo più di 40 anni bisognava trovare un colpevole. Ma io del sistema non mi fido, di errori giudiziari ne ho visti parecchi».

Indagare su quella bomba infilata in un cestino dei rifiuti durante una manifestazione sindacale nel cuore di Brescia il 28 maggio 1974, otto morti e oltre cento feriti, è una bella sfida. Sono passati quasi 45 anni, 11 processi, tre istruttorie. Ma a quanto pare non ci sono solo i magistrati bresciani a non mollare la presa (tuttora sono aperti due filoni d’inchiesta sugli esecutori materiali, uno in procura ordinaria, uno in procura dei minori, ndr) «Logico, è complesso – dice Lauria, non entrando nei dettagli –. Ma siamo già avanti. Oggi abbiamo a disposizione strumenti tecnologici avanzati. Per esempio, dimostreremo che in quella foto scattata in piazza dopo lo scoppio e agli atti Tramonte non c’era, a differenza di quanto ritenuto da una consulenza della procura».

Ex infiltrato del Sid, un cuore che batteva per l’Msi e Ordine nuovo, l’ex fonte Tritone era un habitué delle riunioni ad Abano Terme con gli amici veneti della destra eversiva organizzate dal medico Carlo Maria Maggi, la mente della strategia della tensione. Per i giudici a quegli incontri preparatori c’era, sapeva tutto, e non faceva nulla per bloccare i progetti stragisti. Tramonte è stato arrestato a Fatima, in Portogallo, dopo la Cassazione del 20 giugno 2017. Dal dicembre 2017 è in cella Italia. Di fatto oggi è l’unico ritenuto responsabile in carcere per piazza Loggia. L’altro condannato, Maggi appunto, è morto l’anno scorso a 83 anni mentre scontava l’ergastolo a casa sua.