Strage di Piazza della Loggia, ergastolo a Tramonte: chiesta la revisione

La condanna dell’ex spia dei servizi segreti. Secondo l’avvocato difensore, nuove prove dimostrano l’errore giudiziario

Strage di Piazza della Loggia

Strage di Piazza della Loggia

Brescia, 10 luglio 2020 - La prova dell’innocenza di Maurizio Tramonte è contenuta in un atto di 50 pagine, con altre duemila di allegati. Ne è sicuro l’avvocato palermitano Baldassarre Laurìa, che dopo avere per mesi scartabellato archivi sulla strage di piazza della Loggia e condotto indagini difensive, ieri ha depositato alla Corte d’appello di Venezia l’istanza di revisione per “Fonte Tritone“.

Il legale, con la sua Fondazione progetto innocenti per smascherare presunti errori giudiziari, è convinto di avere parecchie frecce al suo arco per ribaltare l’ergastolo inflitto all’ex infiltrato del Sid dopo due assoluzioni. "Abbiamo elementi nuovi per demolire la presenza di Tramonte non solo in piazza il 28 maggio 1974, uno dei perni della condanna della Corte d’appello di Milano, ma anche alla riunione preparatoria della strage di Abano Terme con il medico ordinovista Carlo Maria Maggi (ritenuto il regista della strategia della tensione, morto l’anno scorso ai domiciliari, ndr ). Il mio assistito sarà stato un mitomane, ma non uno stragista".

Laurìa contesta una foto di giornale entrata nel procedimento in sede di appello bis a Milano. Una foto che Tramonte scherzando avrebbe mostrato a un compagno di cella - Vincenzo Arrigo, il 1° giugno ucciso a Esine dal coinquilino per fatti che nulla c’entrano con l’attentato - alludendo alla sua presenza in piazza in concomitanza con l’esplosione: "Vediamo se indovini chi è questo", si sarebbe vantato. Per il consulente della Procura, Luigi Capasso, quel giovane in foto era "altamente compatibile" con Fonte Tritone.

"In realtà una consulenza antropometrica eseguita con un software americano d’avanguardia ha trovato differenze metriche consistenti con il volto del Tramonte comparato ad altre foto d’epoca". A riprova, sono state prodotte foto del suo matrimonio, celebrato nel 1974, nelle quali lo sposo figurerebbe diverso. Non solo: "la sorella maggiore e la ex moglie, mai sentita a dibattimento, escludono categoricamente fosse lui in quella foto".

Il 28 maggio Tramonte disse che era a lavorare il plexiglass alla Acrigraph di Limena, nel Padovano. "Il dato non appare nero su bianco perché non era contrattualizzato. Ma noi conosciamo colleghi in grado di ricordare". E ancora, alla Corte di Venezia Laurìa ha fornito uno scatto dell’ex spia del 1974 in sella a una moto Ducati nuova fiammante: "Un altro ex compagno di cella (Domenico Gerardini, ndr ) riferì ai magistrati di aver sentito Tramonte dire di essersi recato alla famosa riunione preparatoria del 25 maggio ‘74 ad Abano con la moto appena comprata. Una menzogna, giacché fu immatricolata nel giugno seguente. Uno dei due ha mentito".