Brescia, 28 febbraio 2019 - E' in carcere dall’inizio di giugno con l’accusa di avere ucciso la moglie Souad Alloumi nell’appartamento di via Milano in cui la donna viveva con i due figli piccoli e di averne fatto sparire il cadavere. Ieri mattina Abdelmjid El Biti, 51 enne marocchino residente a Seniga e ora detenuto in carcere a Bergamo, è comparso davanti al gup Giulia Costantino per l’udienza preliminare del processo in cui è imputato di maltrattamenti aggravati e violenza sessuale nei confronti della moglie.
Il marocchino è stato rinviato a giudizio: il processo si aprirà il prossimo 18 luglio. Decine di episodi avvenuti tra il 2009 e il mese di luglio del 2016. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore Gianluca Grippo, El Biti avrebbe più volte colpito la ex moglie con pugni e schiaffi arrivando anche a minacciarla di morte. «Sei qua per servire me e i miei desideri. Devi fare quello che ti dico io», alcune delle frasi che il 51enne avrebbe detto alla moglie costringendola anche ad uscire dalla loro camera da letto quando la loro figlia, nata nel 2009, piangeva durante la notte. Lunghi anni di soprusi e violenze duranti i quali alla donna sarebbe stato impedito di uscire di casa da sola (El Biti avrebbe ritirato le chiavi alla moglie) rendendola di fatto una «serva che doveva eseguire ogni sua richiesta».
All’uomo inoltre viene contestato il fatto di avere preteso dalla moglie in maniera violenta rapporti sessuali. Nel frattempo sono alle battute finali le indagini relative alla scomparsa della donna avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 giugno. Dal carcere El Biti continua a professarsi innocente. «Non l’ho uccisa – ha più volte detto – Se ne è andata da sola». A incastrarlo ci sarebbero però le immagini della telecamera di un bar che lo immortalerebbero mentre nel cortile dell’abitazione della ex moglie trascina un sacco porta abiti in cui per gli inquirenti ci sarebbe il corpo della donna.