FEDERICA PACELLA
Cronaca

Brescia, Sole il cane che salva i lupi fiutando i bocconi avvelenati

L’unità cinofila della Polizia provinciale è impegnata nella bonifica dei boschi Il grande predatore a rischio per le esche al cianuro sparse dai bracconieri

Il cane Sole con gli agenti dell’Unità cinofila della Polizia provinciale

Brescia, 5 agosto 2022 -  Si chiama Sole , ha due anni ed è il “naso“ dell’Unità cinofila antiveleno (Uca) della Polizia provinciale di Brescia contro gli avvelenamenti dei lupi. Il ritorno dei grandi carnivori, in un ambiente da cui erano stati allontanati da circa un secolo, ha posto il problema di tutelarli dal rischio di ingerire esche avvelenate, destinate direttamente a loro o messe per altri animali (cani dei vicini, volpi prima della stagione venatoria, dispetti tra cacciatori o cercatori di tartufi). Per questo, come spiegato dal vicepresidente della Provincia Guido Galperti, nell’ambito di LIFE WolfAlps EU, Regione ha accolto la disponibilità da parte della Provincia di Brescia a sviluppare le azioni di antibracconaggio (64mila euro il contributo del Pirellone fino al 2024). Nell’ambito della Polizia Provinciale guidata dal comandante Claudio Porretti fa capo è nata così l’Uca composta dal conduttore, l’agente Paolo Tavelli, e Sole, cane di razza Drahthaar, addestrato per la ricerca di esche e bocconi avvelenati (l’altro cane, in Lombardia, è presso l’Uca dei Carabinieri Forestali di stanza a Lecco).

L’uso del veleno è una pratica non solo illegale, ma subdola e pericolosa. I bocconi avvelenati – spiega Tavelli - sono tra le più serie minacce per la conservazione del lupo e della fauna in genere. Non sono colpiti solo i malcapitati che mangiano il boccone mortale, ma anche tutti quelli che si alimentano di carcasse. Sono pericolosi anche per le persone: pensiamo solo a cosa può succedere se a trovarli sono dei bambini".

L’Uca interverrà sul territorio regionale interventi a fronte della scoperta di lupi morti o di altre carcasse per cui si sospetta l’avvelenamento. Inoltre, garantirà almeno 20 interventi preventivi, a caccia di bocconi avvelenati. "Molte sono le sostanze tossiche utilizzate – spiega Tavelli -. Si va dal veleno per topi, ai sali di cianuro, ai bocconi con lamette, spilli, spugne trite che poi si gonfiano nello stomaco dell’animale". Una volta individuato un boccone o una carcassa avvelenati, i cani ne segnalano la posizione al loro conduttore, sedendosi a una certa distanza dall’esca per indicare la presenza.

A questo punto si procede alla raccolta e alla repertazione dei campioni, che vengono analizzati e costituiscono il punto di partenza delle indagini investigative, con il coinvolgimento delle autorità sanitarie e giudiziarie. Sono situazioni tutt’altro che rare: ad oggi, Sole e Tavelli hanno effettuato cinque interventi a seguito di segnalazioni e ritrovamenti di esche o carcasse di animali.