Social network e mode: "Oggi esposti a più rischi"

Non solo anoressia e bulimia. Gli addetti ai lavori: pericoli in aumento

Social network e mode: "Oggi esposti a più rischi"

Social network e mode: "Oggi esposti a più rischi"

"Non solo anoressia e bulimia". Lo sottolinea Laura Dalla Ragione, in vista della IX Giornata contro i Disturbi dell’aimentazione e della nutrizione del prossimo 2 giugno. "Tra i disturbi dell’alimentazione sempre più diffusi in Italia ci sono anche patologie meno note come l’ortoressia, ossia la ricerca ossessiva di una dieta sana, la vigoressia cioè l’eccessiva attenzione per la forma fisica, la diabulimia ovvero pazienti con diabete di tipo 1 che omettono l’insulina per dimagrire o il disturbo da alimentazione incontrollata, Binge Eating Disorder, caratterizzato da grandi abbuffate senza metodi di compensazione, a cui segue un aumento di peso e, spesso, l’insorgere di patologie come l’obesità".

E poi c’è l’obesità, l’altra faccia dei disturbi del comportamento, a causa dello stigma che discende dall’idealizzazione della magrezza nella nostra società. "Per questo si diffondono sempre di più la chirurgia estetica e l’uso improprio di farmaci per la perdita di peso". Per Dalla Ragione, autrice insieme a Raffaela Vanzetta di “Social Fame. Adolescenza, social media e disturbi alimentari“ (Il Pensiero scientifico editore) chi lavora nel campo dei disturbi alimentari si è trovato negli ultimi anni a dover combattere contro un potentissimo fattore di diffusione del disturbo: i social media. "Oggi i canali attraverso cui ragazzi e ragazze possono attingere a informazioni riguardo a metodi pericolosi per perdere peso sono moltiplicati a dismisura. E non solo: sono a portata di tutti App per il conteggio calorico o il dispendio energetico, e anche il semplice utilizzo dei social media ha un’influenza sull’autostima e contribuisce a cambiare l’immagine corporea di chi ne fa uso, determinando un aumento di sintomi depressivi, l’interiorizzazione di ideali di magrezza, pratiche di monitoraggio del corpo. Il tempo trascorso sui social media e lo sviluppo di disturbi alimentari appaiono quindi fortemente correlati. La giornata del 2 giugno deve essere l’occasione per lanciare un allarme sui rischi connessi alla diffusione di patologie che, in Italia, contano oltre 3 milioni di pazienti in carico al Ssn e che, solo nel 2023, hanno provocato quasi 4000 morti".

F.P.