
Indagini similiargilla
Brescia, 25 luglio 2016 - La 'similargilla', materiale utilizzato per approntare il fondo della cava Inferno di Ghedi e che potrebbe facilmente andare a contatto con l’acqua di falda, risulterebbe contaminata da idrocarburi pesanti. L’operazione investigativa, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Brescia, ha avuto l’obiettivo di fare chiarezza sull’utilizzo di questa materia, prodotta attraverso il recupero di rifiuti non pericolosi con l’aggiunta di argilla naturale, in un impianto in provincia di Mantova ed utilizzata per l’approntamento della futura discarica di Cava Inferno a Ghedi.
Per le ispezioni (in oltre 10 siti, sedi di società e luoghi), il Corpo Forestale dello Stato ha messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, oltre 40 Agenti, appartenenti al Comando Regionale Lombardia, ed al Nucleo Investigativo Centrale e l’Unità di Repertazione ed indagini scientifiche (URIS) di Roma; gli stessi hanno investigato per la ricerca di documentazione utile alle indagini, nell’azienda produttrice della Similargilla e le ditte coinvolte per l'utilizzo della stessa per i lavori per la discarica di cava Inferno. La ricerca di documentazione è stata eseguita anche in un'altra società con sede in provincia di Brescia, impresa che sta utilizzando la Similargilla in una cava esaurita, che si trova nel territorio del comune di Rezzato. Qui, il Comune ha rilasciato nei confronti di questa società, un’autorizzazione relativa alla rinaturalizzazione del sito, con lo scopo di riportarlo ad uso agricolo, impiegando per il riempimento del sito, il materiale proveniente da Carbonara di Po.
Sono stati inoltre perquisiti anche due laboratori di analisi chimiche ambientali, uno in provincia di Milano ed il secondo, in provincia di Mantova, i quali sono stati utilizzati dalle ditte sopraindicate, per l’analisi di omologa della Similargilla prima di essere portata alla Cava Inferno. Il risultato delle azioni di Polizia Giudiziaria hanno permesso agli Agenti del Corpo Forestale dello Stato di mettere sotto sequestro migliaia di documenti i quali ora sono al vaglio del personale del CFS in servizio presso la Procura della Repubblica. Oltre alle attività di investigazione mirata alla ricerca di prove, sono state fatte le ispezioni sul luogo di produzione della Similargilla e i siti dove è stata portata. Qui, gli agenti dell’Unità di Repertazione ed indagini scientifiche del CFS, con l’ausilio dei Tecnici dell’ArpaLombardia Dipartimento di Brescia, ed il consulente Tecnico del Pubblico Ministero, hanno proceduto a prelevare campioni del materiale oggetto dell’indagine, ed i rifiuti utilizzati per produrre il prodotto in esame, i quali saranno analizzati dal laboratorio di analisi dell’Arpa Lombardia. Per ora il risultato dell’indagine ha permesso di iscrivere sul registro degli indagati dell’Autorità Giudiziaria quattro persone.