I numeri ancora sono bassi, ma dall’osservatorio di chi si occupa quotidianamente di sfratti ed emergenza abitativa inizia a delinearsi un nuovo fenomeno, quello degli sfratti per finita locazione legati alla volontà dei proprietari di destinare gli appartamenti agli affitti brevi, per turisti o studenti. "Sono in aumento rispetto al passato – spiega Umberto Gobbi, referente dell’associazione “Diritti per tutti“ che, a Brescia, ha uno sportello casa ed è attiva nei picchetti anti-sfratto –. Vediamo famiglie che hanno regolarmente pagato l’affitto per 8 anni finire sotto sfratto per finita locazione, perché i proprietari preferiscono strade più redditizie, ad esempio, trilocali in cui far alloggiare più studenti, oppure affitti per turisti che non richiedono interventi di manutenzione e che, col turnover, generano più profitto".
Tutto legittimo, anche perché non ci sono norme che regolano questo fenomeno, ma il problema è che poi non ci sono più case per i residenti. "Oggi l’emergenza abitativa non si misura tanto nelle nuove sentenze di sfratto, quanto sulla morosità incolpevole o di finita locazione che hanno sempre pagato e che, pur avendo un reddito, non trovano casa. Per quelle popolari, solo uno su 10 di chi ha fatto richiesta riuscirà ad entrare, mentre sul mercato privato, come certificato da ricerche autorevoli, non ci sono soluzioni". Tra i fenomeni emergenti, anche quello di persone di origine straniera che hanno sempre pagato l’affitto a connazionali che, però, sono andati all’estero ed hanno smesso di pagare il mutuo, con l’effetto che gli affittuari, pur regolari, si ritrovano sotto sfratto per il pignoramento dell’abitazione. "Non ci sono dati precisi – prosegue Gobbi – ma sia a noi che agli uffici comunali risulta anche in aumento il numero dei pignoramenti immobiliari, che riguardano anche il proprietario diretto che ha avuto difficoltà a pagare le rate con continuità". Quello che oggi inceppa il meccanismo è soprattutto il reperimento sul mercato privato.
F.P.