Emergenza abitativa a Brescia, dieci sfratti in un giorno. Gli attivisti: "Ora basta"

Picchetti degli attivisti di Diritti per Tutti: "Stiamo vivendo un’emergenza a cui bisogna dare risposte"

Gli inquilini sfrattati ieri mattina sono scesi in strada

Gli inquilini sfrattati ieri mattina sono scesi in strada

Dieci sfratti in una sola giornata a Brescia hanno ricordato i giorni peggiori dell’emergenza abitativa, quelli del post crisi 2012. "Eppure, per ora, non siamo a quei livelli drammatici – spiega Umberto Gobbi, dell’associazione Diritti per tutti, impegnata sin dalle prime ore del mattino in picchetti – nel 2012 c’erano oltre 2.000 sentenze di sfratto all’anno, nel 2021 nel Bresciano sono state 760. Numeri che sarebbero più gestibili, ma in realtà stiamo andando verso un problema sociale di carattere emergenziale perché si è ridotta al minimo la possibilità contrattazione al tavolo della Prefettura".

Con oltre 1.000 nuove procedure di sfratto partite dall’Unep (Uffici notificazioni, esecuzioni e protesti) di Brescia, l’autunno si preannuncia quindi molto caldo. "Si sta verificando – prosegue Gobbi – quello che avevamo sostenuto quando la Prefettura ha modificato le linee guida per la mediazione sugli sfratti, riducendo solo a 12 il numero di Comuni in cui era possibile chiedere un tavolo. In premessa si diceva che dopo Covid non c’è più una parte forte, ovvero, la proprietà, ed una debole, ossia gli inquilini. Il nostro timore che si volesse smantellare il tavolo oggi è confermato: non viene convocato neanche di fronte a situazioni che avrebbero i requisiti, ad esempio in presenza di minori".

In via Milano 59, il primo degli sfratti di ieri mattina che ha visto la presenza di decine di attivisti oltre che della Polizia, alla fine si è contrattato un piano di rientro del debito ed il rinvio dello sfratto al 9 febbraio. "Lo abbiamo conquistato per strada, col rischio di disordini, quando se ne sarebbe potuto discutere in Prefettura", sottolinea Gobbi.

La situazione sociale è drammatica. "Con la dispensa alimentare noi seguiamo ormai 104 famiglie (80 nel periodo Covid, ndr) – spiega Marina Beatini, presidente dell’associazione via Milano 59 -. Ogni settimana dobbiamo dire di no a qualcuno, perché non ce la facciamo, anche alla luce dei rincari". Ma quello che notano gli attivisti è che anche chi potrebbe permettersi di pagare l’affitto, non trova alloggio sul mercato privato, soprattutto se migrante o se ha figli.

A certificare questa difficoltà ci sarebbe anche il report, non ancora reso pubblico, dell’Agenzia per la casa, nata da una partnership di Comune di Brescia con enti del terzo settore. Dalla ricognizione fatta tra 156 agenzie immobiliari e proprietari, a fronte di 200 domande di persone in cerca di abitazione, sarebbero disponibili solo 4-5 appartamenti. "Chiediamo – conclude Gobbi - di rendere pubblico il report, perché di fronte a questa evidenza oggettiva, la Prefettura non potrà dire che chi non trova alloggi vuole solo fare il furbo".