
di Federica Pacella
Almeno 7 anni dal primo consumo all’approdo ai servizi per la tossicodipendenza. Un tempo lungo, durante il quale si innesca la spirale della dipendenza dalle droghe, distruttiva per la salute, la famiglia, i rapporti sociali, la fedina penale, il patrimonio. "È rimasta alta la latenza tra il primo consumo e la prima presa in carico di una persona da parte di un servizio preposto", spiega Giovanni Zoccatelli, presidente della Cooperativa di Bessimo onlus, cooperativa sociale che opera dal 1976 nel campo del recupero e reinserimento di soggetti tossicodipendenti. "In quei 7 anni – prosegue Zoccatelli – la persona consuma senza essere in contatto con enti e servizi preposti. Per questo è molto importante mantenere sempre più attivi i contatti con chi consuma sostanze, e ancora non ha deciso di smettere, ancora prima della presa in carico di un servizio anche, e soprattutto, da un punto di vista della limitazione dei rischi connessi all’uso di sostanze, sia sanitari che legali".
"Si può agire su vari livelli – spiega Zoccatelli –. Ci sono gli interventi informativi nel mondo delle scuole e del lavoro, quelli volti a limitare i rischi entrando con operatori formati nei luoghi del divertimento. E poi ci sono poi gli interventi di riduzione del danno, dove è più consolidato il consumo, finalizzati all’aggancio precoce ma anche al mantenimento della cura". Chi è sul campo vede un costante aumento del fenomeno, che è ormai trasversale e tocca tutte le età, dai minorenni ai pensionati. Nel 2021, sono stati presenti nelle diverse comunità terapeutiche e del servizio a bassa intensità assistenziale della cooperativa di Bessimo 490 utenti tossicodipendenti o alcolisti, lo stesso numero del 2020. "Credo sia fondamentale non considerare le dipendenze solo dal punto di vista sanitario, ma anche sotto il profilo sociale, per cercare di prevenire tutti quegli ostacoli, lavorativi, sociali, relazionali che possono favorire lo sviluppo o il mantenimento di una dipendenza". In questa direzione va il Pand, Piano di azione nazionale dipendenze (arrivato a 10 anni di distanza dal precedente), emerso dalla VI Conferenza nazionale sulle dipendenze di Genova, che ha visto al lavoro 250 operatori tra pubblico e privato. "Fornisce anche due bussole essenziali: la prima è la consapevolezza che qualunque intervento per i tossicodipendenti deve rispondere a requisiti di garanzia dei diritti di cittadinanza; la seconda è che qualunque tipo di intervento debba essere basato su evidenza di efficacia". Il Pand potrebbe però restare lettera morta. "Doveva essere presentato alla Conferenza Stato-Regioni di settembre 2022 ma che è stato bloccato, L’auspicio è che il nuovo Governo non lo affossi".