BEATRICE RASPA
Cronaca

Marone in festa per Sergio Zanotti

Familiari a Roma per riabbracciarlo. Lui ai pm: "Rapito da Al Qaida"

Sergio Zanotti durante gli interminabili anni di prigionìa trascorsi cambiando dieci nascondigli in terra siriana

Marone (Brescia), 7 aprile 2019 - La notizia della liberazione di Sergio Zanotti, rimbalzata sul lago d’Iseo ore prima dell’annuncio ufficiale diffuso venerdì sera dal premier Giuseppe Conte, ha messo amici e parenti dell’imprenditore rapito in grande fibrillazione. E adesso a Marone, dove Zanotti viveva prima di quel viaggio in Turchia rimasto senza ritorno per tre anni, e a Sulzano, dove vive la ex moglie, mamma delle sue tre figlie, è festa grande. Tutti sono in attesa di poterlo riabbracciare. «È la fine di un incubo – annuncia esaltata Jolanda Mainer, la ex consorte -. Ho voluto sperare fino all’ultimo nel lieto fine anche se è stata dura. C’è stato un momento in cui giravano messaggi sibillini, a giugno 2017 si parlava di decapitazione. La Farnesina mi consigliò di non dire nulla, nemmeno ai parenti più stetti e io tenni all’oscuro anche le figlie». Jolanda Mainer e Yesica Guzman, la seconda compagna domenicana dell’uomo, ieri su indicazione del ministero sono volate a Roma dove Zanotti è stato trattenuto per accertamenti medici. Quella interminabile prigionìa, trascorsa cambiando dieci nascondigli, lo ha molto provato.

Anche se sta bene, per fortuna. «Ieri (venerdì, ndr) mi sono visto per la prima volta allo specchio dopo tre anni e ho fatto fatica a riconoscermi: sembro invecchiato di 15 anni» ha raccontato al pm Sergio Colaiocco della Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per sequestro di persona con finalità di terrorismo e l’ha voluto ascoltare. La vicenda del rapimento da subito era apparsa come un mistero, con parecchi interrogativi da sciogliere. L’interrogatorio, nella caserma romana dei carabinieri del Ros, è durato tre ore e l’audizione è stata più volte interrotta. Ripercorrere le fasi del sequestro è stato emotivamente molto pesante. Una piccola azienda meccanica dichiarata fallita, guai giudiziari per evasione fiscale sfociati anche in un periodo di detenzione domiciliare, Zanotti ha raccontato di essere stato rapito il 14 aprile 2016, un giorno dopo essere arrivato all’estero in cerca di una seconda occasione.

«Ero senza lavoro, ho deciso di andare in Turchia, nella zona di Hatay a pochi chilometri dalla Siria, per cercare di acquistare dinari da rivendere in Europa dove nel mercato della numismatica hanno un valore. Sono stato però venduto dal mio tassista abusivo a dei miliziani che mi hanno narcotizzato: il 14 aprile del 2016 mi sono risvegliato in una casupola nella zona di Aleppo» ha raccontato agli inquirenti. Miliziani di Al Qaida, ha spiegato. E il racconto pare sia stato ritenuto credibile da chi indaga. In questi tre anni l’imprenditore ha riferito di aver cambiato circa dieci nascondigli e di essere stato trattato «abbastanza bene», tanto da non essere mai stato per esempio tenuto in catene. «Me le hanno messe solo per girare i video, poi postati su internet, come una sorta di messa in scena. In una giornata ho girato diversi video con cambi di abito e cambi di scenario». Una finta per far pressioni sul governo e fare credere alla famiglia che non sarebbe mai rientrato vivo in Italia. Invece è libero. E presto sarà a casa. © R