MILLA PRANDELLI
Cronaca

Esposto sulla montagna che frana: "Nessuno parla delle responsabilità"

Dal 1985 l’associazione “Ecosebino“ raccoglie documenti sui rischi provocati dall’escavazione

Il problema non riguarda solo Tavernola Bergamasca ma tutto il lago d’Iseo

Sale Marasino (Brescia), 6 giugno 2021 -  "Non vogliamo che si dimentichi la questione del cementificio e che non ci sia un rimpallo di responsabilità tra Comune, Regione e Governo. Il problema non riguarda solo Tavernola Bergamasca ma tutto il lago d’Iseo, la Lombardia e l’Italia. Siamo felici che si parli della responsabilità delle cause del movimento franoso. Ma non solo di questo. Qui dal 1985 ci battiamo per la chiusura del cementificio e delle cave, con una serie di documenti che attestano il legame tra la cementifera e i movimenti franosi". Per questo motivo l’associazione “Ecosebino“ ha scelto di portare tutta la documentazione raccolta negli anni alla magistratura di Bergamo. Questa vicenda è annosa e di difficile risoluzione per motivi economici e politici, che mai vorremmo vedere mischiarsi con l’ambiente e la sua tutala, che dovrebbero essere avulsi da ogni interesse – dice Ezio Locatelli, rappresentante del comitato che del 1985 si batte per la chiusura della cave della zona di Tavernola Bergamasca- in tanti dicono e parlano della messa in sicurezza. Quasi nessuno parla di questo. È come se si trattasse di un incidente o un imprevisto e non di qualcosa legato alle attività della cementifera. Trovo inammissibile che nessuno parli di responsabilità che ci sono state e sono state rimosse. Qui si parla di rischio e di dissenso legati alle attività del cementificio, siamo consapevoli che si sono dei lavoratori che rischiano. Sono 80 circa, e ci batteremo pure per loro che sono tra le nostre priorità poiche sono . Nessuno dovrebbe perdere il posto di lavoro. Ma altrettanto non dobbiamo lasciare il lago a rischio di quella che potrebbe esser una tragedi per l’ecosistema e non solo". Eco Sebino, che ieri ha chiarito le sue idee e che nei giorni scorsi ha depositato un esposto alla Procura di Bergamo, non è la sola ad essersi mossa in questo senso. Anche Legambiente del Basso Sebino circolo Luciano Pajola di Sulzano ha presentato la propria documentazione a Bergamo.