
Veleda Manassi, apicoltrice di Calvisano e socia di Api Brescia società cooperativa
Brescia – Salute delle api in buone condizioni in Lombardia, ma le perdite invernali restano elevate in alcune aree, confermando un trend già osservato nei mesi precedenti.
Questo il quadro ad aprile, elaborato dall’Osservatorio nazionale miele per quanto riguarda la Lombardia: dove necessario, gli apicoltori hanno effettuato interventi di nutrizione di soccorso, specialmente per sostenere le colonie durante i periodi più piovosi e instabili. Alla vigilia della Giornata dedicata alle api, che si terrà martedì, restano i timori, però, sulla produzione. Secondo l’Osservatorio, “le condizioni meteo di aprile non hanno favorito produzioni significative prima della fioritura dell’acacia. I raccolti di tarassaco sono stati pressoché assenti, mentre in alcune zone si è registrata una modesta produzione di miele millefiori primaverile”. Alcuni apicoltori hanno segnalato buoni incrementi di peso in pianura durante la fioritura della robinia, nell’ultima settimana di aprile.
Il mercato degli sciami in Lombardia è risultato in piena attività, ma l’offerta è più contenuta, complici le perdite invernali. “Ormai è strutturale avere una moria di api attorno al 20% – spiega Veleda Manassi, apicoltrice di Calvisano, socia di Api Brescia società cooperativa e di Confagricoltura Brescia – un po’ per effetto dei fitofarmaci, un po’ per le difficoltà delle api di trovare nutrimento. Il sostegno che diamo come apicoltori è necessario, ma non dà alle api la stessa vitalità del miele”. Il timore è che possa ripetersi un’ennesima stagione catastrofica come quella del 2024 (analoga a quella del 2023) per un settore che, a livello regionale, vale 10 milioni di euro di produzione. “Gli ultimi anni sono stati molto critici – aggiunge Manassi – subiamo tantissimo gli effetti del clima, che rendono difficile il raccolto. Il nostro settore, del resto, dipende esclusivamente da quello che la natura offre. Le gelate tardive dello scorso anno, grandinate e temporali aggressivi hanno impedito lo sviluppo delle fioriture. A seguire, l’estate torrida con le alluvioni ha portato ad avere poco prodotto da vendere”.
Per l’apicoltura professionale (che in Lombardia rappresenta il 75% degli alveari censiti, ma il 25% degli apicoltori) è stata stanziata una quota simbolica di risarcimento, che ancora, però, non è stata erogata.