Brescia, rubano reliquia di Sant’Agata e lasciano il cofanetto dorato

Sospettate due donne dell’Est riprese dalle telecamere. Sconcertato il parroco: le vestigia della santa catanese non erano chiuse a chiave: “Confidiamo che Sant’Agata torni presto al suo posto”. Allertato il Nucleo di tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri

La chiesa di Sant'Agata a Brescia dove è stata rubata la reliquia della santa catanese

La chiesa di Sant'Agata a Brescia dove è stata rubata la reliquia della santa catanese

Brescia, 19 agosto 2023 – Il sagrestano è impegnato a mettere in ordine e fare pulizie nel presbiterio, quando esce e si guarda attorno e rimane di stucco: il cofanetto in cui dimorava la reliquia di Sant’Agata, la santa catanese che dà il nome alla chiesa in centro a Brescia, accanto a piazza Vittoria, è vuoto. Il sacro contenuto è sparito. Qualche manolesta se l’è rubato nelle scorse ore.

Il confanetto non era chiuso a chiave

A darne notizia, incredulo, è il parroco, monsignor Giambattista Francesconi. "La reliquia era laggiù - dice il don, indicando il fondo della navata - custodita in quel cofanetto dorato vicino all’altare, dove si fanno le letture. Non era chiusa a chiave, ma per aprirlo serviva armeggiare un po’”. Il furto è stato messo a segno sicuramente nel pomeriggio di venerdì. Chi è entrato in azione è stato fulmineo, ha approfittato di un momento di calma, di assenza di fedeli in chiesa e della momentanea distrazione del sagrestano che, appunto, era occupato nel presbiterio. Ma appena è uscito, ne è accorto.

Trafugata solo la reliquia

“I ladri hanno trafugato solo la reliquia lasciando il cofanetto, che paradossalmente sotto il profilo economico ha un valore ben più elevato del suo sacro contenuto - prosegue monsignor Francesconi, rammaricato - Comunque sia, in chiesa ci sono le telecamere. Abbiamo sporto denuncia ai carabinieri, che sono già stati qui e hanno acquisito i filmati. Confidiamo in una rapida risoluzione del caso, che Sant’Agata torni presto al suo posto”.

I militari hanno attivato anche il Nucleo di tutela del patrimonio culturale dell’Arma, per tenere d’occhio eventuali trasferimenti all’estero. I sospetti al momento vertono su due donne dell’est, inquadrate dalle telecamere. Ma è presto per sbilanciarsi.

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