FEDERICA PACELLA
Cronaca

Rsa nel Bresciano, l’attesa è lunga

La nota positiva: una retta inferiore alla media

Ats Brescia dispone di 7.016 letti

Brescia, 13 giugno 2019 - Liste d'attesa  sopra le 150 persone in 57 delle 86 Rsa bresciane, esclusa l’area della Val Camonica. Guardando ai dati aggiornati al 30 aprile 2019, la somma di tutte le persone in lista nelle 86 Rsa di Ats Brescia sfiora i 20mila. Ipotizzando che ciascuno possa ragionevolmente essere iscritto in tre liste diverse, siamo a più di 7mila persone in attesa di essere inserite in una struttura, circa 10 volte quelli che erano in lista nel 2000, effetto di una società che invecchia e che cambia rapidamente.

Secondo il rapporto pubblicato da Cisl Pensionati Lombardia su Non autosufficienza e Rsa, a Brescia ci sono 7.016 posti letto autorizzati, pari al 2,85% della popolazione over 65; nel territorio dell’Ats Montagna (Val Camonica) sono 3.493 posti letto, pari al 4,45% degli over 65. Non tutti gli over 65 hanno bisogno di questo tipo di struttura: Brescia brilla per numero di centri diurni integrati e di Hospice, che accolgono persone in fase avanzata o terminale di una malattia irreversibile. Tuttavia, la strada dell’adeguamento dell’offerta è lunga, e il rapporto Cisl segnala Brescia fra le tre realtà lombarde con una media superiore alle 150 persone in attesa nelle Rsa: in città si arriva a strutture con 800 persone in lista.

I tempi sono più lunghi per le donne, ma il dato che incide di più è la retta: "Nelle Rsa che hanno rette più alte – sottolinea la Cisl – non ci sono liste di attesa". Per riequilibrare la domanda di posti letto, crescono i posti in solvenza, ovvero quelli autorizzati ma che sono a completo carico del destinatario. Per quanto riguarda i posti convenzionati, il sindacato calcola una spesa annua di almeno 19mila euro per una persona ricoverata in Rsa a Brescia e Val Camonica, meno della media lombarda di 22mila. In effetti, le rette in provincia sono sotto la media regionale, anche se le Rsa dell’Ats Montagna hanno registrato il maggiore incremento negli ultimi sei anni (+22,68% per le rette minime, +26,47% per le massime). Per il sindacato, però, il sistema delle rette andrebbe rivisto, con un aumento della quota a carico del Servizio sanitario nazionale, oggi fermo al 50%.