REDAZIONE BRESCIA

Renzi a Brescia: "Qui per difendere chi si è rotto la schiena creando dei settori in cui l'Italia è leader"

Il presidente del Consiglio Gussago per la cerimonia all'inaugurazione delle Rubinetterie Bresciane del gruppo Bonomi. All'ingresso è stato salutato dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi e dalle autorità

Il premier Matteo Renzi all'inaugurazione del nuovo stabilimento del gruppo Bonomi (Ansa)

Gussago (Brescia), 6 settembre 2014 - Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a Gussago, in provincia di Brescia, per la cerimonia all'inaugurazione delle Rubinetterie Bresciane del gruppo Bonomi. All'ingresso è stato salutato dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi e dalle autorità, e ha voluto salutare con i poliziotti della scorta: "Salutiamo la polizia - ha detto - non è un periodo buono per loro".  Renzi è stato inviato a prendere posto sul palco e i lavori sono iniziati con le note dell'Inno d'Italia. "Vai alle rubinetterie e non al convegno, mi chiedono - ha detto Renzi facendo riferimento al Workshop Ambrosetti a Cernobbio -. Sì, perché dobbiamo difendere chi si è rotto la schiena creando dei settori in cui l'Italia è leader" 

RENZI: NO ALLA RASSEGNAZIONE - ''Non si va da nessuna parte con le riforme senza cuore: continueremo a fare le riforme costi quel che costi ma non basta" per far ripartire davvero l'Italia, ha detto il premier Matteo Renzi aggiungendo rivolgendosi agli imprenditori: "Non si va da nessuna parte facendo solo riforme ma senza industrie. Vi chiedo aiuto, smettiamo di credere alla cultura della rassegnazione, rimettiamoci in gioco. Insieme riporteremo l'Italia dove deve stare - ha aggiunto - che sia credibile in Europa e in casa nostra, un Paese dove i nostri figli devono tornare a credere nel tricolore".

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: "TROPPO GRASSO CHE COLA" - Secondo il premier "anche nella macchina della pubblica amministrazione alcuni tagli vanno fatti, c'è troppo grasso che cola. L'operazione di tagli è un'operazione che fa chiunque in una famiglia normale. Chi è che non ha fatto sacrifici finora è la macchina pubblica, dove non si è intervenuto nei centri di costo". Renzi è poi tornato sull'Italia degli ottimisti affiancata all'Italia dei "gufi": "Ci sono due Italie, quella degli ottimisti e quella dei pessimisti, quella di chi dice che ce la fa e quella di chi soffre, di chi ci crede e di chi non ci crede. Insomma, quelli che ci provano e quella dei gufi". 

SQUINZI - "Voglio ringraziare il presidente del Consiglio che testimonia come la politica voglia fare delle cose concrete per il nostro futuro'' ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, rivolgendosi a Matteo Renzi. Ma ''dobbiamo cambiare la nostra politica economica, dobbiamo addirittura darcene una'', conclude Squinzi.