Rapina choc in gioielleria a Brescia: il leader della banda? Un fotomodello

Brescia, tre arresti: sono gli autori del colpo a “I gioielli di Rossana“. Decisive le telecamere che hanno smascherato i finti rider

Un fermo immagine delle telecamere che hanno ripreso i banditi in azione con monopattini rubati e vestiti da rider

Un fermo immagine delle telecamere che hanno ripreso i banditi in azione con monopattini rubati e vestiti da rider

Brescia – Sono giovani , spregiudicati, pericolosi. Erano pronti a colpire di nuovo e stavano per far perdere le tracce. Ma sono stati fermati in tempo: sono tre stranieri di età compresa tra i 20 e i 27 anni, un albanese (incensurato), un marocchino (cittadino italiano) e un senegalese, gli ultimi due con precedenti alle spalle, di casa a Mazzano. Tutti ragazzi stanziali sul territorio, amanti della bella vita, dei locali e delle auto di lusso (che noleggiavano), qualche lavoretto saltuario. Il senegalese, 22 anni, era un fotomodello: aveva sfilato a Milano per grandi marchi. Per carabinieri e Mobile sono gli autori della rapina a “I gioielli di Rossana“ di via X Giornate, razziata alle 19 del 23 febbraio tra i passanti da due banditi vestiti da rider, con casco integrale, pistola (una scacciacani), arrivati e scappati in monopattino. Ma anche della rapina al compro oro “Oro in euro“ di via Orzinuovi del 10 gennaio. È indagata per concorso nella rapina in centro anche una quarantenne bresciana, una disoccupata che si sarebbe finta cliente entrando in gioielleria poco prima dei complici, ai quali ha lasciato la porta aperta.

Anche nel colpo di gennaio aveva partecipato una donna, non ancora identificata. Chi indaga, che ha recuperato parte della refurtiva, ha trovato anche i presunti ricettatori: sei persone, italiane e straniere, coinvolte nel piazzamento dei preziosi, tutte indagate. Alcuni monili sono stati venduti a un altro compro-oro. In parte erano a casa dei fermati. Un orologio di alta gamma è stato ceduto a un indagato, due Rolex - che i rapinatori speravano di smerciare in gioiellerie della provincia ma non ci sono riusciti - erano nelle loro abitazioni con 30mila. Altri 115mila euro in contanti invece erano nella disponibilità di un sospettato di riciclaggio.

"Sono felice del risultato rapido di questa operazione sinergica che ha dato risposte e rassicurazione a chi opera e vive in centro – ha evidenziato il prefetto, Maria Rosaria Laganà –. L’ultima rapina aveva creato grande allarme". Per il comandante dell’Arma, colonnello Vittorio Fragalà, "era una ferita aperta per la città. Oggi dimostriamo che noi forze dell’ordine ci siamo". Il quadro probatorio appare solido: sono stati recuperati preziosi e orologi, giacche e pantaloni utilizzati, alcuni caschi, monopattini (che erano rubati). "Determinante è stato individuare convergenze con la rapina di via Orzinuovi, e poi l’esame certosino delle telecamere" ha fatto eco il questore, Eugenio Spina. Proprio dai video si è scoperto che ad attendere i banditi in fuga c’era un’auto in Castello, con al volante il terzo uomo, e nel bagagliaio una delle borse dei finti rider. La stessa auto censita indagando su via Orzinuovi, di un parente del giovane albanese.