FEDERICA PACELLA
Cronaca

Pericolo radon, in Lombardia 900 casi di tumore al polmone. Ecco le aree più a rischio

È allarme per il gas nobile radioattivo che in ambienti chiusi, senza corretta aerazione, può raggiungere livelli elevati

In Lombardia si stimano 900 casi all'anno di tumore al polmone causato da radon

In Lombardia si stimano 900 casi all'anno di tumore al polmone causato da radon

Milano – Non solo inquinamento atmosferico outdoor: secondo l’Istituto superiore di sanità sono 900 i casi attesi di tumore al polmone legati al radon respirato indoor in Lombardia in un anno. Gas nobile radioattivo, il radon si forma in modo naturale dalla disintegrazione dell’uranio, che si trova ovunque nel suolo e che negli ambienti chiusi può raggiungere livelli particolarmente elevati. Se non c’è una corretta aerazione, il radon si accumula e, agganciandosi al pulviscolo, viene inspirato, arrivando fino ai polmoni.

In Lombardia, sono 90 i Comuni classificati in area prioritaria, per un totale di 195mila persone, secondo la mappatura fatta da Arpa e appena pubblicata dalla Regione. Le fasce montane di Bergamo, Sondrio e Brescia sono quelle con più comuni in area prioritaria; in termini di abitanti coinvolti, Brescia è in testa con 60.307, seguita da Sondrio con poco più di 53mila. Ma cosa significa area prioritaria? Come spiegato da Arpa Lombardia, in base al D.Lgs 101/2020 si è provveduto ad una prima identificazione dei Comuni in cui la stima della percentuale di edifici che supera il livello di 300 Bq/m3 di concentrazioni di radon indoor è superiore al 15%. Tale percentuale è determinata con misurazioni che in Lombardia si fanno da vent’anni, tramite misuratori che, per un anno, vengono lasciati negli ambienti più a rischio (piani interrati e seminterrati).

Cosa succede ora nei Comuni in area prioritaria? "L’articolo 17 del D.Lgs 101/2020 ha già introdotto l’obbligo per gli esercenti, ovvero i datori di lavoro, di monitorare i livelli di concentrazione media annua di radon indoor – spiega Andrea Paladini, del SC Igiene, Sanità Pubblica, Salute – Ambiente di Ats Brescia e referente per il radon in quanto Ats Brescia è indicata come unità operativa a valenza regionale – . Per tutti gli interrati, di fatto, l’obbligo di misurazione sussiste dunque già dal luglio 2020: già ci sono arrivate delle comunicazioni, che riguardano in genere locali tecnici, dove non c’è un’esposizione importante di lavoratori a questo gas. Per le aree prioritarie, dopo la pubblicazione dell’elenco in Gazzetta Ufficiale, ci sarà l’obbligo di misurazione negli ambienti di lavoro anche in piani terra e seminterrati. Tale obbligo non varrà per i privati, anche se l’auspicio è che ci sia maggiore consapevolezza dei possibili rischi e, di conseguenza, maggiore attenzione da parte di tutti".

Il vero obiettivo del decreto 101 ripreso anche dalla Legge Regionale 3/2022 è, infatti, di sensibilizzare la popolazione rispetto ad un rischio ubiquitario e sinora poco percepito e di informare sui modi con cui si può gestire e ridurre. Come spiega Arpa Lombardia, il problema esiste ovunque, perché non esiste un valore soglia al di sotto del quale il rischio è nullo: la pericolosità del radon per la salute dipende, infatti, sia dalle concentrazioni che dalla durata dell’esposizione. Per questo, ci si aspetta che il numero di casi di tumore al polmone attribuibile al radon sarà maggiore nelle aree più densamente abitate nella fascia di pianura, anche se qui le concentrazioni di radon indoor sono mediamente più basse. Come chiarito da Rossella Rusconi (U.O. Centro Regionale Radioprotezione di Arpa Lombardia), "nelle aree più densamente abitate anche se con concentrazioni di radon più basse, ci si aspetta un numero di casi maggiore proprio perché la popolazione che vi risiede è più numerosa".