Proponevano cure 'innovative' per la Sla: cinque arresti a Brescia, anche Andolina

L'accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata alla truffa nei confronti di soggetti vulnerabili, identificati in circa trenta pazienti, affetti da gravi malattie tra cui Sla, Sma e leucemia, indotti in errore circa gli asseriti effetti terapeutici di una millantata terapia

Il medico Marino Andolina, braccio destro di Davide Vannoni (Ansa)

Il medico Marino Andolina, braccio destro di Davide Vannoni (Ansa)

Brescia, 22 giugno 20154 - Truffavano con farmaci falsi pazienti affetti da Sla, Sma e leucemia. I carabinieri del Nas di Brescia hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per cinque persone facenti parte dell'organizzazione che proponeva e somministrava dietro pagamento di notevoli somme di denaro una terapia per la cura di gravi patologie neuro degenerative. Tra gli arrestati c'è anche il medico triestino Marino Andolina, già coinvolto nella vicenda Stamina e tre persone estranee al mondo della medicina: due bresciani e un milanese di RhoL'accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata alla truffa nei confronti di soggetti vulnerabili, identificati in circa trenta pazienti, affetti da gravi malattie tra cui Sla, Sma e leucemia, indotti in errore circa gli asseriti effetti terapeutici di una millantata 'terapia innovativa'. Una terapia presentata come fondata sul trattamento di cellule staminali ed esosomi, ricavata attraverso il trattamento di tessuto adiposo ottenuto con interventi di liposuzione, anche nei confronti di donatori, effettuati presso uno studio medico di Brescia.

“Gli asseriti ‘prodotti farmacologici’ – spiega una nota dei Nas -, non autorizzati, non sperimentati clinicamente, privi dei prescritti requisiti di efficacia, sicurezza e qualità e potenzialmente pericolosi per la salute, venivano prodotti in un laboratorio svizzero e somministrati ai pazienti per via endovenosa senza alcuna valutazione clinica, in ambienti extraospedalieri quali hotel, abitazioni private o laboratori di analisi cliniche”. L'inchiesta della Procura di Brescia ha interessato le province di Brescia, Trieste e Milano.