Dall'Ucraina a Brescia, piccoli ospiti fra i banchi di scuola ma resta l’incognita docenti

Si guarda all’avvio del prossimo anno. Intanto a fronte degli 800 inseriti, ce ne sono almeno 3mila a casa

Bambini ucraina in una scuola a Brescia

Bambini ucraina in una scuola a Brescia

Brescia -  Inserimenti scolastici senza problemi per gli studenti ucraini, ma a settembre potrebbe esserci qualche ostacolo, soprattutto per le scuole d’infanzia. Premessa obbligatoria: è impossibile fare previsioni di lungo termine, perché la presenza di profughi (la maggior parte vuole tornare in patria) dipenderà dall’andamento del conflitto. Tuttavia, in un’organizzazione complessa come la scuola, qualche ragionamento lo si sta iniziando a fare. Per ora, i minori inseriti nelle scuole lombarde sono oltre 4mila (dato aggiornato a mercoledì), con Milano e Brescia che, da sole, ne hanno circa la metà. "L’inserimento di oltre 800 studenti ucraini per ora non ha destato particolari problemi – spiega Giuseppe Bonelli, dirigente dell’Ufficio scolastico di Brescia –. Le scuole hanno assorbito tutte le richieste, anche perché da marzo, con l’allentamento delle norme di sicurezza per Covid, gli spazi si sono ampliati".

I Comuni hanno fatto la loro parte: il capoluogo, ad esempio, ha messo a disposizione mensa e trasporti gratuitamente. C’è però un dato: a fronte degli 800 inseriti, ci sono almeno altri 3mila che non stanno andando a scuola. Il quadro non cambia in Lombardia, dove, secondo l’ultimo aggiornamento dell’assessorato alla Protezione civile, ci sono 38mila ucraini di cui la metà minori: ciò vuol dire che va a scuola circa 1 su 5. "Questo dipende dal fatto che c’è una fascia molto numerosa di bambini piccoli, che non vanno a scuola anche perché le madri non lavorano. Dall’altra parte, ci sono gli adolescenti che non hanno l’obbligo scolastico (in Ucraina l’obbligo finisce a 14 anni, ndr. ). Tra chi va alle superiori, poi, molti fanno la Dad".

Se le cose non dovessero mutare, però, è molto probabile che a settembre anche questi studenti, soprattutto i piccoli, saranno iscritti. Per ora l’organico viene chiuso con i numeri pre-Ucraina. Ci sarà spazio e, soprattutto, ci saranno docenti a sufficienza? "Con la legge di bilancio per il 2022 si è deciso di non ridurre il personale in ragione del calo demografico, per cui questo dovrebbe aiutare. C’è il problema della carenza cronica di docenti: noi come sempre a fronte di 15mila posti, abbiamo 4mila scoperti". Il calo di iscrizioni di studenti residenti, -3mila nel Bresciano per il prossimo anno scolastico (-700 solo alle scuole medie), sulla carta potrebbe consentire di assorbire i nuovi iscritti. Nella pratica, però, la riduzione di residenti non è omogenea tra tutti gli ordini di scuole. "Se i numeri restano questi e tutti i piccoli si iscrivono alla scuola dell’infanzia, cosa che è auspicabile, lì possiamo avere qualche problema".