Processo Ubi Banca, tutti assolti anche in appello: “Il fatto non sussiste”

La Corte d’appello di Brescia conferma la sentenza di primo grado del tribunale di Bergamo sugli ostacoli alla Consob in merito alla nascita di Ubi nel 2007

Giovanni Bazoli

Giovanni Bazoli

Brescia – Confermate in appello tutte le assoluzioni nel processo Ubi Banca. La Corte d'appello di Brescia ha confermato la sentenza dell'8 ottobre 2021 del tribunale di Bergamo che ha assolto il banchiere Giovanni Bazoli, ex presidente di Intesa Sanpaolo, dalle imputazioni di ostacolo all'autorità di vigilanza e per il reato di illecita influenza in assemblea, in relazione all'assise di Ubi Banca del 20 aprile 2013.

La sentenza mette fine all’inchiesta della Procura di Bergamo sui presunti ostacoli a Consob e a Banca d’Italia in merito alla fusione tra la bresciana Banca Lombarda e Piemontese e la bergamasca Banche Popolari Unite trasformate nel 2007 in Ubi Banca.

Confermate anche le assoluzioni per tutti gli altri imputati, tra i quali l'ex consigliere delegato di Ubi Banca, Victor Massiah, l'ex presidente del consiglio di Sorveglianza Andrea Moltrasio e l'ex presidente del consiglio di Gestione Emilio Zanetti.

La Corte d'appello di Brescia ha inoltre accolto il ricorso di Franco Polotti, unico condannato in primo grado a un anno e sei mesi per conflitto di interessi (assolto in appello), e quello degli imputati che in primo grado erano stati prosciolti per intervenuta prescrizione e li ha invece assolti perché il fatto non sussiste.

Il processo al tribunale di Bergamo si era chiuso con 29 assoluzioni e una condanna, quando la procura di Bergamo aveva chiesto la condanna per 26 imputati e l'assoluzione per 4, tra cui banca Intesa Sanpaolo (che ha incorporato Ubi Banca), che era imputata per la legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti.

In primo grado, Bazoli era stato assolto per il reato di ostacolo all'autorità di vigilanza «perché il fatto non sussiste» e per il reato di illecita influenza in assemblea «per non aver commesso il fatto». Per lui, la procura di Bergamo, invece, aveva fatto una richiesta di condanna a 6 anni e 8 mesi (poi 6 anni e 2 mesi in fase di repliche). Per il pm di Bergamo Paolo Mandurino il reato di illecita influenza in assemblea si era prescritto nel giugno 2021 e per alcuni imputati del processo i giudici avevano dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. In appello, coloro che hanno fatto ricorso per chiedere l'assoluzione nel merito hanno visto riconosciuta la loro richiesta.

In primo grado, anche Moltrasio e Zanetti - come Bazoli - erano stati assolti nel merito da entrambe le accuse, «perché il fatto non sussiste» dal reato di ostacolo all'autorità di vigilanza e «per non aver commesso il fatto» dal reato di vigilanza e illecita influenza in assemblea.

L'inchiesta che ha portato a questo processo ipotizzava la commissione del reato di ostacolo alle funzioni di vigilanza per i presunti patti parasociali tra le componenti azionarie di Bergamo e Brescia nell'iter che diede vita a Ubi Banca e di quello di traffico di influenze illecite per quanto accaduto in occasione dell'assemblea del 20 aprile 2013 che rinnovò le cariche del consiglio di sorveglianza. Secondo i magistrati, vennero raccolte deleghe in bianco, sia attraverso la struttura e le filiali della banca sia attraverso strutture esterne per garantirsi il voto desiderato.