Desenzano (Brescia) – Si è conclusa con il patteggiamento di un anno e otto mesi - pena sospesa - la folle estate del sacerdote gardesano che nell’agosto 2023 era finito ripetutamente nel mirino delle forze dell’ordine per una serie di condotte disinibite, poco confacenti all’abito talare: stando all’accusa sesso a pagamento, presunte minacce, droga, una transgender in fuga dalla sua abitazione nel cuore della notte sotto gli occhi dei vicini esterrefatti, la quale poi lo denunciò di violenza sessuale. L’accordo tra il don, classe 1957, all’epoca sotto l’egida della Diocesi di Verona, e il pm Alessio Bernardi, è stato ratificato ieri dal giudice dopo l’avvenuto risarcimento alla parte offesa, la trans presunta vittima della contestazione più grave, la violenza appunto. All’epoca a casa a Desenzano, il prete rispondeva di minacce, detenzione di droga ai fini di spaccio e abusi - nell’ipotesi attenuata - nei confronti della donna.
Accuse negate dall’imputato. Il religioso, che oggi non celebra più, era al centro di tre procedimenti diversi, poi accorpati. Il primo, originato dalla denuncia di un trentenne sudamericano che avrebbe conosciuto il prete nel 2020 sulla app Grindr. E proprio da lui a suo dire sarebbe stato minacciato. Dopo alcuni rapporti sessuali consumati e regolarmente pagati, il sacerdote avrebbe chiuso il portafogli. Le pretese economiche del giovane, che vanterebbe un credito di 1.200 euro per una notte trascorsa insieme e altri debiti arretrati avrebbero generato una sua reazione minacciosa.
Il secondo guaio giudiziario invece era scaturito dal fermo di un giovane con addosso qualche grammo di droga - era luglio 2023 - appena uscito dall’abitazione del don con cui aveva fatto sesso in cambio di stupefacenti. Nell’appartamento era stato rinvenuto qualche grammo di cocaina. Tra l’1 e il 2 agosto seguente polizia e carabinieri erano dovuti tornare in quella movimentata abitazione perché nel cuore della notte una transgender si era lanciata nuda e in stato confusionale dalla finestra per sfuggire a una presunta violenza. Dopo un periodo in cui era stato irreperibile, il sacerdote era ricomparso e - assistito dall’avvocato Gianluca Venturini - aveva reso interrogatorio al pm. Aveva ammesso di avere molte debolezze ma aveva negato di avere violentato o minacciato chicchessia.