
Un posto di blocco notturno
Iseo (Brescia), 10 gennaio 2017 - Si scambiano messaggi tramite il sistema “Whatsapp” informandosi a vicenda della presenza di carabinieri, polizia stradale o altre forze dell’ordine lungo la strada. E durante i fine settimana le comunicazioni si fanno sempre più intense, specie durante la notte, quando non mancano messaggi vocali in cui qualcuno chiaramente brillo chiede come scampare a un posto di blocco. E’ accaduto in Valle Sabbia negli scorsi mesi e da qualche tempo succede anche sul Sebino e in Valle Camonica, dove esistono almeno tre gruppi Whatsapp.
E’ anche attiva una applicazione Salvapatente “legale” che si pubblicizza con una pagina Facebook aperta l’11 dicembre del 2016 ma di cui Luca Cogoni, blogger esperto in internet, parlava già lo scorso maggio nel suo sito. “Il funzionamento di questa applicazione, scaricabile gratuitamente dall’App Store ma anche nel Google Store, è molto semplice- spiega il blogger dal suo sito- è sufficiente fare un tap sulla schermata principale su aggiungi selezionare una località e il luogo ed è tutto fatto, il report viene inviato automaticamente ed è visualizzabile sia in modalità riepilogativa che su mappa”. Le informazioni che si ricevono, in questo caso, sono per lo più relative a autovelox e incidenti.
Ben diversi dall’applicazione, che conta 1.094 iscritti quasi tutti camuni e sebini tra cui moltissimi giovani e professionisti della guida, sono i gruppi. Tra i primi casi in Italia c’è quello accaduto lo scorso anno in Valle Sabbia al gruppo nato come “Avviso posti di blocco” e poi diventato “Avviso incidenti” i cui tre fondatori, scoperti dai carabinieri, sono finiti nei guai per interruzione di pubblico servizio.
Lo stesso potrebbe accadere ai tanti giovani dell’area Camuno-sebina che si scambiano notizie per evitare di incappare nei controlli, spesso allungando i loro percorsi e mettendosi gravemente a rischio nel caso in cui hanno bevuto oppure creando disagi agli altri automobilisti. In ogni gruppo è possibile iscrivere 250 persone. Chi partecipa a questo tipo di conversazione probabilmente non sa che sta commettendo una grave leggerezza, perché segnalando i posti di blocco si possono aiutare i malintenzionati che in questo periodo stanno portando a termine furti a raffica nel territorio. Per loro, inserirsi in un gruppo con nome e foto falsi, è un gioco da ragazzi.