MILLA PRANDELLI
Cronaca

Ponte di Legno: la moda è verde

Anna Bezzi si è laureata all’istituto Europeo del design presentando una serie sul riciclo

Anna Bezzi

Ponte di Legno (Brescia), 15 agosto 2019 –  Si è laureata all’istituto Europeo del design presentando una serie di outfit dedicati al riciclo e dal cuore camuno. Anna Bezzi, 23 anni, (nella foto sopra con le modelle che indossano le sue creazioni) di Ponte di Legno, per arrivare al titolo di studio che le consentirà di inserirsi nel mondo della moda, ha tratto ispirazione dai ghiacciai, dalla sua terra e dal surriscaldamento globale. «Per la mia collezione, la prima in assoluto, servita da tesi di laurea e intitolata “A Plastic tide” ho voluto ispirarmi ai ghiacci e alla neve. Ho scelto il Gavia perché lo scorso anno sono stata a vedere l’alba in quota a passo Presena e di fronte a me ho visto il ghiacciaio Sforzellina, che mi ha dato emozioni contrastanti. Ho imparato a conoscerlo tramite le foto di mio zio, che ha fatto alcuni scatti una decina di anni fa. Ora si è ridotto in maniera drastica a causa del surriscaldamento -racconta -. Sono rimasta basita da questo cambiamento, avvenuto in una decina di anni e così ho voluto dare un messaggio di tipo ecologico: puntando sia sui luoghi sia sul concetto del riuso, che a mio parere è fondamentale per aiutare il Pianeta.

Non solo: i muraglioni di neve di quest’inverno mi hanno dato delle forti emozioni, così ho scelto ragazze adatte per contrastare col bianco della neve, come un elemento esterno al ghiacciaio». Anna per realizzare i suoi outfit, che ha disegnato, fatto e cucito personalmente, ha lavorato per diversi mesi. Ha usato due tipi di materiali: i filati detox del cotonificio Olcese di Pianborno, che utilizza meno acqua e sostanze chimiche e il 50% di filato riciclato direttamente per le proprie produzioni.

«In questo caso per tessere alcuni dei miei capi ho lavorato con una macchina – ha spiegato -. Dal 2021 tutte le aziende dovrebbero avere uniformato il modo di produzione di tessuti e filati. L’Olcese ha già adottato il protocollo. Mi è piaciuta la loro iniziativa così li ho scelti. Per la maglia a mano ho usato degli scatoloni che ho portato a scuola, allo Ied, nel laboratorio di sartoria, dove i ragazzi mettevano i loro scarti, che io ho poi lavorato a strisce creando così dei gomitoli che poi ho potuto riutilizzare.

Quella della maglia è una attività che amo moltissimo e che ho appreso dalla ma nonna materna. Trovo che dovrebbe essere conosciuta e ripresa dalle giovani di oggi. Riprendere alcune pratiche tradizionali potrebbe aiutarci a risparmiare l’ambiente. Tutti i miei outfit sono ispirati al cambiamento climatico e della terra Sono un accumulo di tante idee ed esperienze, che spero mi porteranno a trovare lavoro nel settore. Purtroppo è quasi certo che dovrò lasciare la Valle Camonica, perché qui non ci sono aziende specializzate nel settore della produzione di capi di abbigliamento»