FEDERICA PACELLA
Cronaca

Peste suina e Blue tongue, su fiere e convegni l’ombra di un lockdown: “Fermiamo i contagi”

Divieti per contenere la diffusione di Psa e febbre dei ruminanti. No agli assembramenti degli allevatori: saltano incontri ed esposizioni. A Brescia, Bergamo e Lecco rassegne a metà. “Ora abbattete i cinghiali”

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A Lodi e Pavia gli animali abbattuti sono già migliaia

Brescia – Tutte le misure di biosicurezza sono state messe in campo ed applicate, ma qualcosa non sta funzionando se i focolai di peste suina continuano a moltiplicarsi negli allevamenti. L’aggravarsi della diffusione della Psa e i nuovi casi scoppiati nelle ultime ore in Lombardia hanno costretto a nuove misure di sicurezza ancora più restrittive: le prescrizioni sono arrivate dal nuovo commissario Psa Giovanni Filippini prevedono il divieto di assembramenti tra allevatori. Va ricordato che non c’è rischio di contagio tra animale e uomo, ma basta anche solo un po’ di terra sotto le scarpe per portare il virus da un allevamento all’altro. Non si parla di epidemia, ma di una misura ulteriore per cercare di rallentare la diffusione del virus tra i bovini.

I primi effetti si hanno sulla Fiera dell’Agricoltura, in corso a Orzinuovi, nel Bresciano, provincia che conta 700 allevamenti con circa 1,5 milioni di suini concentrati nella zona della Bassa (300 milioni di euro il valore della produzione lorda vendibile in un anno, con circa 2milioni di quintali di carne all’anno prodotti). “Pavia e Lodi hanno già subito un importante trattamento di depopolamento – ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi – che di certo avrà ripercussioni serie sulle aziende, togliendo lavoro a loro e alla filiera. Gli allevamenti devono diventare dei veri e propri fortini, non possiamo permetterci errori”.

Per effetto delle prescrizioni, Coldiretti Brescia ha annullato il convegno sulla suinicoltura in programma per oggi, mentre Confagricoltura Brescia terrà il convegno da remoto, modalità che ricorda altri periodi ed altri virus. Atteso l’intervento, da remoto (per dare il buon esempio), proprio del commissario Filippini, oltre che dell’assessore all’Agricoltura Alessandro Beduschi. “È una scelta politica abbattere i cinghiali, gestire la fauna selvatica – affermano Rudy Milani, presidente nazionale suinicoltori di Confagricoltura, e Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia – ma anche indennizzare gli allevatori è una scelta politica”.

La richiesta, avanzata anche da Coldiretti, è di ristori immediati per gli allevamenti coinvolti, una moratoria dei mutui, e, soprattutto, “un intervento duro per fermare il problema, ovvero abbattere i cinghiali”. Ma non c’è solo la Psa a far tremare un intero comparto, fondamentale per il made in Italy. Iniziano a tremare anche gli allevatori di ovicaprini e bovini, visto che, nelle ultime ore, sono stati confermati in Lombardia diversi casi di Bluetongue, la malattia virale della ‘lingua blu’. Per ora il virus sembra confinato tra Bergamo, Como, Lecco, Pavia, Monza non ci sono rischi di trasmissione da animale a uomo, né per contatto diretto né per consumo di carne, ma per evitare il dilagare di contagi sono state bloccate le esposizioni a fiere e mercati. Niente animali, dunque, alla Fiera di Sant’Alessandro, in programma dal 6 all’8 settembre alla Fiera di Bergamo, dove sarebbero dovuti arrivare 220 tra bovini e ovicaprini; stesso dicasi per le Manifestazioni Zootecniche Valsassinesi (dal 27 al 29 settembre), che saranno proposte senza bovini, ovini e caprini, ma con tutte le altre attività previste.