Orfanotrofio in Congo, corsa contro il tempo per salvare la struttura

L’impegno dei volontari della onlus “Tribù del mondo” fondata da due bresciani: dobbiamo ripristinare la sala per docce e pranzo

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Bisognerà valutare se abbattere del tutto la struttura o se è possibile recuperare la parte del muro in mattoni, ma per ora la sala polivalente di Casa Marisa, orfanotrofio di Kinshasa, è stata messa fuori uso da una tempesta. I volontari di Tribù del mondo, tra cui i bresciani Fabrizio Vertua e Annalisa Roversi (vicepresidente dell’associazione) si stanno già attivando per raccogliere i fondi e provvedere a rimettere in piedi quella è che il fulcro di Casa Marisa, che ospita 140 bambini e bambine tra 2 e 18 anni, seguiti da 15 tra maman, cuoche ed educatori.

Vertua e Roversi sono tra i fondatori dell’associazione, nata dal desiderio delle famiglie adottive di mantenere e coltivare un rapporto con il Paese che ha dato i natali ai loro figli, supportando suor Benedicta Sekamonyo nella sua opera di mantenimento in Congo di due orfanotrofi. Gli aiuti di Tribù del mondo, insieme a quelli altre realtà del volontariato, sono le uniche fonti di sostentamento per Casa Marisa, che, a sua volta, rappresenta una speranza per i ragazzi accolti, per i quali la via dell’adozione internazionale è sempre più difficile: dal 2014 in Italia non arrivano più bambini dalla Repubblica Democratica del Congo. Ora, l’emergenza è rimettere in sesto la sala polivalente, che veniva utilizzata per le attività scolastiche, sala giochi, ma anche per le docce ed il pranzo. "La sala polivalente è il fulcro delle attività di casa Marisa – spiega Vertua –. Nel 2019 eravamo riusciti anche a portare un impianto elettrico per illuminarla". Federica Pacella