REDAZIONE BRESCIA

Ora le frodi fiscali rendono quanto il narcotraffico

Claudia Moregola, per dieci anni sostituto procuratore alla Dda "Interi settori controllati dalla mafia"

Recupero crediti, protezione, frodi fiscali: per la criminalità organizzata i ‘servizi’ alle imprese nel Bresciano, ed in generale in Lombardia, rendono quanto il narcotraffico, ma sono molto meno rischiosi in termini di pene e grado di esposizione. "Le frodi fiscali tramite vendita di crediti fittizi sono un tipo di crimine che vediamo essersi più espanso al Nord negli ultimi 10 anni". A dirlo Claudia Moregola (nella foto), sostituto procuratore per 10 anni in forza alla Dda di Brescia, intervenuta lunedì sera alla Scuola popolare antimafia, con Fernando Scarlata, coordinatore del comitato ‘Peppino Impastato Brescia’, e il presidente del consiglio comunale Roberto Cammarata. Che il tema dei rapporti tra mafia (soprattutto ‘ndrangheta nel Bresciano) e imprese sia molto sentito lo dimostra anche il convegno di venerdì e sabato promosso da Apindustria, sulle infiltrazioni mafiose nelle imprese.

"Più che infiltrazione è una colonizzazione stabile – evidenzia Moregola – ci sono interi settori controllati da organizzazioni di stampo mafioso". Lo sono, ad esempio, edilizia e trasporto su gomma, mentre le pene severe hanno fatto perdere ‘appeal’ al traffico di droga. "Dal punto di vista giudiziario non ho riscontro di un effettivo controllo, qui nel Bresciano, sui crimini ambientali, come la movimentazione rifiuti". Rendono, invece, i ‘servizi’ alle imprese, ricercati da clienti che poi diventano vittime. "Il tessuto sociale di provincia e regione è per lo più sano. Tuttavia, noi facciamo indagini in cui non c’è mai stata una denuncia di estorsione, di minaccia. E anche davanti a carabinieri, pm, giudici, queste persone mentono. L’omertà non è appannaggio solo di territori del Sud e purtroppo alimenta le mafie. Nella nostra esperienza, non abbiamo registrato mai ritorsioni contro chi ha denunciato, mentre abbiamo verificato che chi non denuncia continua a restare nella morsa dei propri aguzzini". Anche dalla società civile e dalle istituzioni mancano segnali d’attenzione. "Ogni venerdì, al Tribunale di Brescia, si può assistere al dibattimento del processo Leonessa, ma constatiamo l’assenza di istituzioni, cittadini, poco anche della stampa. Nel processo Pesci, solo l’associazione Libera si è costituita parte civile, mentre non lo hanno fatto Comuni mantovani, Provincia, Regione". Federica Pacella