REDAZIONE BRESCIA

Fratellini uccisi a Ono San Pietro: confermato l'ergastolo per Iacovone in Appello

Pasquale Iacovone in aula aveva affermato di non essere coinvolto nella morte dei due fratellini "uccisi solo dall'incendio". I giudici in Appello hanno confermato la sentenza per il padre di Ono San Pietro

e piccole vittime: Andrea e Davide Ritorno

Brescia, 13 novembre 2015 - E' stato confermato in Appello l'ergastolo per Pasquale Iacovone, il padre di Ono San Pietro nel Bresciano accusato di aver ucciso due anni i due figli di nove e dodici anni. I piccoli Andrea e Davide finirono bruciati nel rogo divampato all'interno dell'appartamento dove l'uomo viveva in alta Vallecamonica dopo la separazione dalla moglie. Nel mattino era stato il procuratore generale a cheidere la conferma della condanna di primo grado all’ergastolo. «Sono innocente, c’è stato un incendio, ma non c’entro con la morte dei miei figli» aveva detto Iacovone presente in aula con una maschera protettiva sul volto per coprire le ustioni riportate nel rogo e che ricoprono il 90% del suo corpo. Nel pomeriggio la Corte d'Appello di Brescia ha quindi confermato la condanna all'ergastolo per Pasquale Iacovone che per la prima volta da allora ha incrociato lo sguardo con l'ex moglie Erika Patti, da cui era stato denunciato per stalking prima della tragedia, senza che nessuno intervenisse. «Ti ammazzo i figli» era arrivato a scrivere l'uomo in un sms inviato alla moglie.

Nel corso della mattinata si sono registrati momenti di tensione tra Iacovone, arrivato dal carcere di Opera, e i parenti dell'ex moglie; l'incrocio è avvenuto nei corridoi del palazzo di Giustizia quando l'uomo ha chiesto di poter andare in bagno. Sono volati insulti e parole grosse. Iacovone alla lettura della sentenza di condanna ha abbassato la testa, mentre fuori dall'aula e all'esterno del Palazzo di Giustizia i parenti dell'ex moglie scoppiavano in lacrime dall'emozione. «L'unico perdono è l'ergastolo», è il messaggio scritto su alcuni striscioni esposti all'esterno del tribunale bresciano. «Non riesco a parlare, sono distrutta» si è limitata a dire la madre dei due bambini uccisi nel luglio di due anni fa.