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Nuova Beton, il Tar boccia il ricorso della ditta: "Porti via il materiale"

Brescia, l’azienda si era opposta all’intimazione della Provincia di liberare la cava perché l’autorizzazione era scaduta da tempo

Non basta vendere a terzi i rifiuti perché si parli di economia circolare: il materiale va utilizzato. Sembra lapalissiano, ma ci è voluto il giudizio del Tar per chiudere una vicenda che ruotava attorno a questo concetto. Protagonisti sono la Nuova Beton (ora in liquidazione) che era autorizzata dalla Provincia nel 2015 al recupero di rifiuti non pericolosi (terre e rocce) nella cava Inferno di Ghedi. Scaduta l’autorizzazione ad agosto 2020, sul terreno restavano 4mila delle 63mila tonnellate di materiale venduto alla Marsicom che, a sua volta, ne aveva vendute 50mila alla Edilquattro, che però non le ha portate via tutte. Scaduta l’autorizzazione, la Provincia ha riqualificato il materiale quale rifiuto ed ordinato di ripristinare l’area, ma la ditta rispose di non poterlo fare visto che il materiale era stato venduto a terzi. Il Broletto ha provveduto ad escutere la polizza fideiussoria da 120mila euro. Si è arrivati al Tar (anche la Marsicom ha contestato la riqualificazione del materiale come rifiuto), che ha dato ragione alla Provincia. "Sarebbe fin troppo facile – scrivono i giudici - sgravarsi dalla legittimazione passiva rispetto agli ordini dell’Amministrazione cedendo a terzi la titolarità dei beni sui quali deve essere esercitata l’attività costituente adempimento degli obblighi di ripristino". Quanto alla qualificazione del materiale, che nel caso specifico non aveva neanche ancora una destinazione, il Tar sottolinea che "in ottica di abbattimento della quantità di rifiuti prodotti e di incentivazione dell’economia circolare, non basta, ai fini della cessazione della qualifica di rifiuto, che il materiale sia venduto a terzi e da questi ad altri e così via. È necessario che, eventualmente anche dopo passaggi intermedi, il materiale sia utilizzato". Altrimenti, "il passaggio di mano del materiale, la commercializzazione si presterebbe a una facile elusione dell’onerosa disciplina dello smaltimento dei rifiuti". F.Pa.