Nessuna nuova verifica La salma restituita alla famiglia

Sgomento. Rabbia. Impotenza. Per la morte di un ragazzino di appena 14 anni che giovedì sera si è stretto una cintura dell’accappatoio al collo per ragioni imperscrutabili. Per i carabinieri e la procura il caso è già definito nella sua cruda drammaticità. Non c’è da indagare. Nuru, nome di fantasia, primogenito di una famiglia originaria del Ghana da molti anni di casa in un paese della Franciacorta, si è tolto la vita. Nessun dubbio da parte degli investigatori. Il suo telefonino, che pure in un primo momento si era temuto nascondesse la tragedia nella tragedia, ovvero la possibilità di una di quelle aberranti sfide in voga su Tik Tok finita male - per esempio il Black out challenge prevede che giovanissimi si filmino mentre si provocano un principio di strangolamento per provare il proprio coraggio e condividano la prova di resistenza sui social - non darebbe riscontri in tal senso. Una prima ispezione dei militari ha infatti accertato che lo smartphone era fuori dalla portata del ragazzino nel frangente del gesto estremo, e non è stata registrata alcuna attività concomitante.

Di qui la decisione del pm Benedetta Callea non di disporre il sequestro del cellulare. E di non esperire, almeno per ora, nuovi accertamenti. La procura ha già restituito la salma alla famiglia per l’ultimo saluto. A quanto si è appreso i parenti hanno scelto di non celebrare un funerale tradizionale ma di procedere direttamente alla cremazione. Nato in Italia, come le due sorellee, del resto, Nuru frequentava la scuola media del paese. Era una giovane promessa del calcio, un passione ereditata dal padre, operaio e calciatore di buon livello, militante in squadre dilettantistiche. Non aveva problemi con lo studio, né - sembra - relazionali. Giovedì sera, all’ora di cena, senza apparenti segni premonitori, senza lasciare alcuno scritto, l’ha fatta finita, lasciando tutti sotto shock. A trovarlo esanime, appeso alle sbarre del lettino a castello, è stata la sorella di qualche anno più piccola, che ha subito avvertito la madre. Inutile la chiamata al 112 e la corsa in ospedale: è morto poco dopo. Beatrice Raspa