Nelle scuole 210mila stranieri. Ma due su tre non sono immigrati

In Lombardia è il 16% della popolazione totale. Per loro niente gite all’estero

Sono 210mila i giovani con cittadinanza non italiana che studiano nelle scuole lombarde, di cui, però, due su tre sono nati in Italia. Per loro, secondo la normativa attuale, la possibilità di ottenere la cittadinanza scatta solo a 18 anni, con l’aggravante che hanno solo un anno di tempo (fino a 19 anni) per poter richiedere di ottenere la cittadinanza in “forma semplificata“. In rapporto alla popolazione totale, si tratta del 16% di studenti e studentesse con un background migratorio, ma, di fatto, nati e cresciuti in Italia. Senza la cittadinanza, tuttavia, la quotidianità si complica. Il caso dei viaggi di istruzione all’estero, che richiede un iter più complesso, è un esempio di quanto non esser cittadini italiani possa complicare, o a volte precludere, opportunità formative. Ci sono anche risvolti sul percorso lavorativo perché senza cittadinanza non si può partecipare a bandi o concorsi, pur avendo la qualifica professionale richiesta. "Cinicamente – spiega Raisa Labaran, amministratrice bresciana che ha sottoscritto il manifesto della campagna “Dalla parte giusta della storia“ – lo Stato dovrebbe aver interesse a non disperdere queste risorse".

In Lombardia è Milano la provincia con più alunni con cittadinanza non italiana (circa 74 mila), seguita da Brescia con 30mila e Bergamo con 24mila circa. In termini percentuali, l’incidenza maggiore è il 19% di Cremona e Mantova, a cui fa seguito il 18% di Brescia e Milano. Differenti, però, le percentuali nei diversi ordini di scuola. Alle primarie, nelle classi della provincia di Lodi risulta che il 26% degli alunni ha origine straniera, il 25% a Cremona e Mantova, il 24% a Brescia e Milano, poco meno del 23% nella Bergamasca e nel Pavese, mentre la percentuale è inferiore al 20% nelle altre province lombarde. Alle superiori, crescono i numeri di chi, tra i non cittadini italiani, si iscrive ai licei, ma resta forte la preponderanza nella scelta di scuole tecniche o professionali, dove è più forte la dispersione scolastica. F.P.