Barca travolta sul Garda: Greta e Umberto uccisi senza colpa. Turisti tedeschi ubriachi

Le motivazioni della condanna dei tedeschi per lo schianto sul Garda. "Velocità quattro volte il consentito, al timone ubriachi"

I rilievi effettuati sul gozzo di Umberto Garzarella, 37 anni, e di Greta Nedrotti, 25

I rilievi effettuati sul gozzo di Umberto Garzarella, 37 anni, e di Greta Nedrotti, 25

Brescia - "Kassen , in stato di ebbrezza e affaticato dalla giornata, ha navigato a una velocità pari al quadruplo di quella consentita dalla legge regionale, limite di velocità che neppure conosceva, e senza svolgere adeguato servizio di vedetta ha impattato sul gozzo delle persone offese. Teismann dal canto suo, consapevole dello stato di ebbrezza e della stanchezza del coimputato, anch’egli ignorando i limiti di velocità lacustri, gli ha affidato il Riva, poi si è addormentato, quindi non ha vigilato sulla navigazione". In 101 pagine il giudice Carloernesto Macca ha spiegato le ragioni della condanna infilitta a Christian Teismann e Patrick Kassen, - rispettivamente 2 anni e 11 mesi 4 anni e 6 mesi - i due turisti tedeschi che la sera dello scorso 19 giugno a bordo del Riva del primo nel golfo di Salò hanno travolto il gozzo di Umberto Garzarella, 37 anni, e di Greta Nedrotti, 25, uccidendoli.

"Gli imputati e in particolare Kassen al momento dell’impatto con il lancione erano in stato di ubriachezza o quantomeno di ebbrezza alcolica". A riprova, i video del centro nautico Arcangeli, le testimonianze ("credibili e circostanziate"), senza contare che il giorno successivo all’incidente alle 13,30 il manager aveva un tasso alcolemico di 0,29. Altro profilo di colpa è rappresentato dal superamento della velocità massima consentita sul Garda, 5 nodi nelle ore notturne, mentre "è stato accertato che il Riva viaggiasse a 19,44". Quanto al presunto concorso di colpa delle vittime sostenuto dalle difese, secondo cui Greta e Umberto erano alla deriva su una barca non illuminata, la loro tesi appare "non accoglibile": l’imbarcazione di Garzarella al momento dello speronamento era dotata di una luce bianca visibile a 360 gradi a due miglia - come da norma - e non c’è prova che non fossero state accese anche le luci rosse e verdi laterali. Per Macca sussistono l’omicidio colposo plurimo e il naufragio, ma non l’omissione di soccorso, che richiede la consapevolezza in di una persona in pericolo: "le condotte degli imputati dopo la collisione induce ad escudere che gli stessi avessero realmente compreso che cosa avevano colpito".