È morto Gianmario Fortunato, immobile nel corpo ma libero nello spirito: “Addio Giammy, amavi la vita come nessuno”

Affetto da una grave distrofia muscolare, era diventato un simbolo. A dare l’annuncio gli gli amici con cui organizzava la corsa-camminata non competitiva per sensibilizzare sulle patologie degenerative

Gianmario Fortunato lungo la Vello Toline

Gianmario Fortunato lungo la Vello Toline

Cologne – Gianmario Fortunato, il colognese affetto da una malattia che lo costringeva all’immobilità del corpo, diventato simbolo della voglia di vivere e della forza di riuscire a fare ciò che desiderava grazie al suo spirito mite e all’amore di chi lo circondava, non ce l’ha fatta. Si è spento alcune ore fa a causa del male che lo affliggeva, che ne ha fatto precipitare le condizioni.

Ad annunciarlo sono stati gli amici con cui organizzava la corsa-camminata non competitiva “Quattro Passi per Giammy”, pensata per sensibilizzare nei confronti della sindrome che lo affliggeva, la distrofia muscolare di Duchenne, e in generale nei confronti di tutte le malattie neurodegenerative.

In una intervista rilasciata al Giorno Giammy raccontava “Il mio corpo è immobile, ma la mia mente vola”. Si riteneva Fortunato di nome e di fatto. “Nonostante la grave malattia degenerativa di cui soffre ama la vita con tutto il mio cuore” raccontava. Ha saputo renderla meravigliosa e piena di gioia. E ci è riuscito grazie alla sua forza d’animo ma anche grazie a mamma Gigliola, papà Gianni e a tanti amici. Muoveva solo il mento e gli occhi.

Eppure era evidente che sprizzava vita, gioia e voglia di fare, tanto da essere diventato un provetto fotografo grazie alla sua Nikon D7000 modificata per farlo scattare autonomamente. Ma non solo. Gianmario partecipava a incontri con le scuole e quando poteva personalmente alla gara in suo nome. Ora di certo sta viaggiando verso il cielo da cui fotograferà questa terra che tanto adorava.