Missione accoglienza: fatica e gioia Un tetto per 55 profughi ucraini

Ghedi, l’impegno del Gruppo 29 maggio che in due mesi ha avviato anche corsi di alfabetizzazione

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di Milla Prandelli

Cinquantacinque persone accolte e 34mila 500 euro raccolti in loro favore, un corso di alfabetizzazione per adulti e bambini e tante attività di sostegno e di incontro. Questo il bilancio dei primi due mesi di lavoro del Gruppo 29 maggio, che è stato tra i primi, nel Bresciano, a offrire rifugio e sostegno alla popolazione ucraina in fuga dal proprio paese e dalla guerra. A fare il punto della situazione sono stati il responsabile del Gruppo 29 Maggio Luciano Dabellani e il sindaco di Ghedi, Federico Casali. "La nostra avventura – dice Dabellani – è iniziata due mesi fa e adesso mi sembra giusto tirare le prime somme e informare di come stanno andando le cose. Abbiamo accolto 55 persone, di cui una è rientrata in Ucraina e già tornata, che ed abbiamo raccolto 34.500 euro. Con questa somma stiamo cercando di sostenere i bisogni delle persone che sono nostre ospiti, anche se si tratta di un impegno che richiede non solo tantissimo tempo, ma è pure estremamente oneroso ed è per questo che il nostro auspicio è che le generose offerte della gente a sostegno di questo progetto possano continuare". Dopo un primo periodo servito a fare ambientare gli ospiti della Città di Ghedi, che hanno trovato ovunque una affettuosa accoglienza, sono iniziate varie attività, tra cui un corso di italiano a cui partecipano 15 bambini e 31 adulti e che vede coinvolti nove insegnanti e due mediatori linguistici. Non solo: sono iniziate le iscrizioni al Grest, che sarà dunque approntato per ospitare anche i bimbi scappati dalla guerra ed è stato approntato un servizio di traduzione dei documenti necessari alle famiglie. " In tutto questo l’Amministrazione Comunale di Ghedi ci è stata vicina. Posso ricordare che, oltre al locale per il corso d’italiano, ci ha concesso due appartamenti dove si sono collocate due famiglie, ci ha consegnato buoni spesa per 7.000 euro e un contributo di 3.000 euro – sottolinea Dabellani- Il Comune di Ghedi ha sempre partecipato attivamente e ha messo a disposizione le assistenti sociali per la verifica dei nuclei famigliari giunti nel nostro territorio. Non dimenticherei che del Comitato istituito appositamente per gestire tutta questa situazione ha fatto parte da sempre l’assessore ai servizi sociali Delia Bresciani, che è sempre stata partecipe e disponibile". Il sindaco ha espresso la sua soddisfazione. "Abbiamo avuto dall’inizio un’ottima collaborazione con il Gruppo 29 maggio. Certo accogliere i 55 profughi giunti dall’Ucraina è un compito molto impegnativo – conclude il primo cittadino - Insieme, però, abbiamo cercato di raggiungere l’unico obiettivo e mi piace sottolineare che tra di noi non ci sono mai state né polemiche né diversità di vedute".