"Mia figlia Jessica fu uccisa, indagate sui tanti messaggi cancellati"

Brescia, il papà della 37enne trovata morta in un canale il 13 giugno 2019 chiede di non archiviare: non è uno solo il responsabile

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Giovanni Mantovani, il padre di Jessica (foto), la 37enne di Villanuova trovata morta il 13 giugno 2019 nel canale della centrale di Prevalle, uccisa in circostanze mai chiarite, non si dà pace. "Bisogna indagare ancora, Bresciani non è l’unico coinvolto nell’omicidio", dice. "Cercate nei messaggi cancellati". Giancarlo Bresciani, amico 52enne della morta, l’ultimo ad averla vista viva, è l’unico che sta affrontando l’udienza preliminare. La famiglia di Jessica avrebbe voluto portare davanti al giudice pure un suo vicino di casa, un 25enne che frequentava la casa dell’imputato con la donna, con cui sniffava coca e faceva sesso a pagamento. Era stato indagato per concorso in omicidio - oltre a numerose telefonate e messaggi cancellati tra lui e Bresciani la sera in cui Jessica sparì fu rinvenuta una chiazza di sangue col profilo genetico misto, suo e della 37enne, nella stanza da letto dell’amico - ma fu archiviato. Dopo essersi opposto all’archiviazione senza successo, Mantovani ha presentato un reclamo al Tribunale. L’istanza è stata discussa ieri davanti al giudice Cristina Ardenghi, che si è riservata la decisione. "Abbiamo sollevato una questione di legittimità - spiega l’avvocato Marino Colosio, che assiste il papà -. Il gip che ha archiviato l’inchiesta a carico del ragazzo (Angela Corvi, ndr) è il medesimo che aveva rigettato la richiesta di misura nei suoi confronti e in quelli di Bresciani". Nessuna relazione stabile, problemi di droga, Jessica il pomeriggio del 12 giugno di 3 anni fa si fece accompagnare in auto dal padre a casa del cinquantenne. Alle 20,30 usando il cellulare dell’amico - lei non l’aveva - richiamò per farsi venire a prendere. Giovanni si liberò solo un’ora più tardi e chiese alla figlia di attenderlo, ma quando ritelefonò Bresciani gli disse che la figlia se n’era andata. Il giorno dopo fu ripescata col naso e due costole rotte. Morta per un pestaggio, per l’autopsia. B.Ra.