BEATRICE RASPA
Cronaca

Brescia, truffa sulle assenze: medico a giudizio

Foto da mari e monti mentre risultava usufruire della “104”

Il tribunale di Brescia

Brescia, 27 giugno 2019 - Posta fotografie su Facebook mentre è in vacanza a Palma di Maiorca e a Ponte di Legno, ma all’ospedale non risulta in ferie, bensì beneficiaria dei permessi riconosciuti dalla legge 104 ai dipendenti che devono assentarsi dal lavoro per assistere familiari gravemente malati. E lei ha una zia anziana disabile grave, bisognosa di assistenza. Protagonista della vicenda, diventata una grana giudiziaria, è un medico del Mellini di Chiari. La professionista, un’otorinolaringoiatra, ieri è stata rinviata a giudizio per truffa aggravata ai danni dell’azienda per cui lavora, la Asst Franciacorta. L’ospedale in sede di udienza preliminare tramite l’avvocato Alessandro Asaro si è costituito parte civile nei suoi confronti.

Al centro del dibattimento, che inizierà il 13 febbraio 2020, ci sono delle ferie godute nell’estate 2017 che per l’accusa la dottoressa avrebbe furbescamente prolungato usufruendo appunto dei permessi lavorativi retribuiti, in tutto cinque giorni. Due, nel mese di luglio, tre invece nell’agosto seguente. Proprio in quei giorni il medico figurava assente ai sensi della legge 104, mossa dalla necessità di assistere la parente non autonoma.

Solo che alcune foto pubblicate da lei stessa sui social l’avrebbero sconfessata, ritraendola mentre si godeva le vacanze in luglio alle Baleari e in agosto in montagna. Le date dei viaggi per il pm Fabio Salamone, titolare dell’inchiesta avviata dopo l’acquisizione di un esposto, coincidevano proprio con quelle dei permessi retribuiti richiesti dalla dottoressa e concessi dall’azienda socio sanitaria, la quale nel frattempo ha avviato un procedimento disciplinare tuttora in corso. Ma l’imputata, per voce del suo avvocato Giuseppe Pesce, si difende sostenendo di non aver commesso truffe: «In quel periodo la mia assistita era legittimamente in ferie e non aveva chiesto alcun permesso – spiega Pesce – Il sospetto è che qualcuno le abbia fatto un dispetto annotandole apposta quei falsi permessi». La difesa ha anche chiesto la derubricazione del reato in illecito amministrativo ma il gup, Tiziana Gueli, non ha accolto l’istanza. A fare chiarezza, sarà il processo.