
Guardia di finanza (Archivio)
Manerba, 25 maggio 2024 – Una truffa da 4 milioni ai danni di tutta la collettività. L’hanno scoperta i Finanzieri della Tenenza di Salò nel settore degli interventi amici dell’ambiente e dei cosiddetti “certificati bianchi”, bonus premiali volti alla promozione dell’efficientamento energetico. Bonus che paghiamo tutti noi versando il dieci per cento delle nostre bollette: leggi alla voce “oneri di sistema“. Nel mirino è finita una società con base a Manerba del Garda, la Enerpromo, il cui titolare ora è indagato per truffa aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio.
Per l’accusa l’azienda tra il 2015 e il 2021 si sarebbe posta sul mercato come una Esco (Energy Service Company) facendosi cioè promotrice d’iniziative all’insegna appunto del miglioramento energetico a beneficio di privati. Obiettivo: incassare appunto i “certificati bianchi“, i titoli-bonus attestanti gli effettivi risparmi di energia realizzati per merito di opere di ristrutturazione e migliorie.
L’indagine, avviata nel 2022 sulla scorta di una serie di accertamenti promossi dal Nucleo speciale spesa pubblica delle Fiamme gialle e coordinata dal pm Donato Greco, aveva fatto sorgere sospetti su sei domande di “certificati bianchi“ della Esco bresciana per altrettanti partecipanti, non solo in Lombardia ma anche in Liguria e Piemonte.
In sei anni la Enerpromo – è la teoria accusatoria – avrebbe percepito indebitamente 18.904 bonus per un valore complessivo di circa 4 milioni, senza averne i requisiti. Avrebbe infatti dichiarato falsamente di avere eseguito riqualificazioni su vecchi edifici – ma quegli edifici erano di nuova costruzione, dunque non bisognosi di interventi migliorativi – e si sarebbe attribuita il compimento di lavori in cui non c’entrava nulla. Tutto questo, ne sono convinti inquirenti e investigatori, trattenendo poi per sé l’intero importo dell’incentivo spettante in parte, se non integralmente, agli effettivi clienti finali che avevano installato cappotti termici, doppi vetri, caldaie e lampadine di ultima generazione. Clienti ignari della truffa.
Risultato: un sequestro preventivo di quasi 4 milioni – ma solo 400mila euro, pari a un paio di appartamenti e altrettante auto sono stati per ora effettivamente trovati e sequestrati – e una segnalazione alla Corte dei conti per danno erariale.