
Il rapporto Save The Children retrocede la Lombardia rispetto al 2024
Quinta nell’indice generale delle regioni “Mother friendly“ in peggioramento rispetto allo scorso anno. La festa dedicata alle mamme è alle porte, ma da festeggiare c’è ben poco per le donne, costrette a compiere infiniti equilibrismi quando scelgono di diventare mamme. A confermarlo è Save the Children, che ha pubblicato il decimo rapporto “Le Equilibriste – La maternità in Italia 2025“, che sarà presentato domani, al Teatro Borsoni di Brescia: una prima nazionale, introdotta dall’assessora alle Pari opportunità e Politiche educative del Comune di Brescia Anna Frattini (nella foto).
"Lo scorso anno avevamo ospitato la presentazione di “Le ragazze stanno bene“ – spiega l’assessora – che aveva generato cambiamenti anche sul modo di pensare le politiche. Abbiamo quindi lavorato per poter portare a Brescia la prima presentazione nazionale di questo rapporto sulle mamme, che ha un focus in particolare sulle mamme single. L’obiettivo è che i contenuti e i problemi esposti possano essere recepiti nell’ottica di miglioramento di alcune politiche".
Cosa dice il rapporto? In un panorama di crisi demografica, i dati sul divario salariale a sfavore delle donne preludono a una penalità ancora più netta quando queste decidono di mettere al mondo un figlio: la child penalty. Le mamme single sono quelle che si trovano spesso ad affrontare ulteriori difficoltà in termini di supporto sociale e stabilità economica. Il Rapporto presenta un Indice delle madri per regione, risultato di un’analisi basata su demografia, lavoro, rappresentanza, salute, servizi, soddisfazione soggettiva e violenza.
La Lombardia risulta al quinto posto, in calo di una posizione rispetto al 2024. Molto scarsa l’area della salute (17esimo posto), penalizzata dalla carenza di consultori (solo 2,3 ogni 100mila abitanti), meglio i servizi scolastici (ottavo posto). Peggior la posizione, da 5° a 4° per la violenza. A Brescia la situazione non è migliore, anche se il Comune ha cercato di intervenire a favore delle famiglie monogenitoriali, le più in difficoltà. A testimoniare le crescenti difficoltà di gestione delle routine quotidiane per le famiglie con figli piccoli, si registra una costante crescita delle iscrizioni ai servizi di nido e di sezione primavera. Nonostante lo sforzo profuso, che ha portato a oltre 9 milioni di euro la voce di spesa per i servizi 0-3 anni in città, restano comunque in lista d’attesa per i nidi pubblici, ogni anno (nell’ultimo triennio), circa 200 bambini, parte dei quali trova risposta nel sistema privato.. F.P.