BEATRICE RASPA
Cronaca

Mairano, morte in cantiere e depistaggio

Operaio caduto dal ponteggio, modificata la scena del tragico incidente

I soccorsi per un infortunio mortale

Mairano (Brescia), 6 giugno 2019 - Le cronache dell’epoca registrarono che Carlo Bonazza, artigiano 37enne di Offlaga, morì in cantiere per una caduta da un’impalcatura mobile. Era il 9 luglio 2015. Sembrava una fatalità. Ma per il pm Carlo Pappalardo le cose andarono in un altro modo: ditta esecutrice dei lavori e committente non rispettavano le norme di sicurezza e per depistare l’autorità giudiziaria hanno modificato in fretta e furia la scena dell'incidente il corpo prima dell’arrivo dei soccorsi.

E’ il retroscena emerso durante le indagini sull’incidente capitato quattro anni fa in via Zanardelli a Mairano. Sotto accusa ci sono un 42enne di Offlaga e un 47enne di Gardone Valtrompia, soci con la vittima della Arctek srl, e il proprietario del cantiere, un 58enne di Mairano. I tre, per i quali oggi inizierà il dibattimento, rispondono non solo di omicidio colposo, ma anche di frode processuale. La Arctek in quei giorni si era occupata della rimozione di amianto dal tetto di un immobile. Bonazza e soci avevano lavorato a oltre sei metri di altezza. Stando alla ricostruzione accusatoria il 9 luglio, a operazione conclusa, stavano disancorando le reti anticaduta agganciate a una struttura metallica in quota. Proprio Bonazza, sposato e padre di due bimbe, stava staccando quelle reti, in piedi in una cesta portata in quota da un sollevatore telescopico manovrato dai colleghi. D’un tratto è volato di sotto, la cesta gli è finita addosso e l’ha schiacciato.

Per la Procura i due soci hanno sbagliato a manovrare il braccio meccanico, peraltro non idoneo al sollevamento di persone perché sprovvisto della cesta adatta al trasporto di operai. Appena capitato l’incidente gli imputati ancora prima di prestare soccorso al collega si sarebbero precipitati a spostare la cesta dal corpo in un altro punto del cantiere, così da truccare la scena. Accanto a Bonazza esanime avrebbero posizionato una lampada, moschettoni e un trabattello, ossia un’impalcatura mobile per lo smontaggio di impalcature fisse, rotto apposta nella parte superiore per far figurare l’incidente. Il committente è accusato anche di aver violato le norme di prevenzione degli infortuni: non avrebbe designato un coordinatore della progettazione e dell’esecuzione dei lavori, e nessun piano di sicurezza fu redatto.