
È il 1991, così Lotti documenta. l’arrivo dei profughi albanesi a Brindisi
Parte con Giorgio Lotti e Maria Vittoria Backhaus il nuovo Centro della Fotografia italiana di Brescia. La Cavallerizza di via Fratelli Cairoli apre oggi i battenti: un polo culturale a disposizione della collettività, in particolare delle giovani generazioni, dove organizzare mostre, laboratori di fotografia e attività culturali, per promuovere l’arte fotografica. Si parte con due maestri della fotografia contemporanea italiana: Giorgio Lotti e Maria Vittoria Backhaus, con due personali che sono parte integrante della ottava edizione del Brescia Photo Festival, manifestazione, promossa da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, con la Cavallerizza - Centro della Fotografia Italiana. ‘Giorgio Lotti. Fotografo di un’Epoca’ è il titolo della rassegna che resterà fino all’8 giugno, curata da Renato Corsini e Laura Tenti, che ripercorre la carriera di uno dei migliori interpreti del fotogiornalismo, anticipatore delle grandi tematiche sociali degli ultimi anni, con le sue inchieste realizzate negli anni ’70 sull’inquinamento e sul fenomeno dell’immigrazione.
"Ho avuto la fortuna di lavorare per i giornali, e in particolare per Epoca – ricorda lo stesso Lotti – dove sono rimasto per più di quarant’anni, un periodo felice in cui si faceva ancora vero fotogiornalismo. Dalla direzione, sempre aperta a nuove iniziative, ai giornalisti, con cui si andava nel posto giusto al momento giusto, il clima era quello di reciproca e fattiva collaborazione. Ne sono nate vere pagine di storia da tramandare alle generazioni future". La mostra, composta da un centinaio di fotografie in bianco e nero e a colori, ripercorre l’intera carriera di Lotti, dall’alluvione di Firenze del 1966 al Vajont al primo arrivo degli albanesi a Brindisi.
"La fotografia per me è il saper vedere il mondo (non guardarlo) e raccontarlo": sono parole di Maria Vittoria Backhaus, pioniera della fotografia al femminile, protagonista della personale, curata da Margherita Magnino e Carolina Zani. La mostra restituisce una visione completa del lavoro di Backhaus, attraversando tutte le fasi della sua produzione.
Federica Pacella