Lontani da creste e ferrate. Piedi sotto lo zaino

VEZZA D’OGLIO (Brescia)

Cosa fare quando si è sorpresi da un temporale in montagna? "Le probabilità di esser colpiti da un fulmine in estate e primavera sono alte – spiega Pierangelo Mazzucchelli, capo della V Delegazione bresciana del Soccorso Alpino –. I temporali sono dietro l’angolo, specie nelle ore pomeridiane". L’alpinista Evelina Tomasoni, difatti, è stata colpita attorno alle 15, mentre scendeva dalla cima del Guglielmo verso il rifugio Medelet, in una zona senza alberi, particolarmente panoramica, ma, purtroppo per quanto è accaduto, molto esposta. In quel momento sui sentieri c’erano decine di persone, intente a salire verso il Redentore o a ritornare alle auto: chi verso Pisogne, chi verso Zone, chi a Marone o ai colli di San Zeno. "Una delle cose principali è evitare di trasformarci in parafulmini umani – continua Mazzucchelli –. Allontaniamoci dalle creste, non ripariamoci sotto alberi isolati e se dobbiamo fermarci scegliamo un avvallamento. Non solo. Abbandoniamo bastoncini in carbonio, piccozze e ramponi e stiamo distanti da tralicci, linee e pali. Evitiamo le vie ferrate o abbandoniamole prima che possiamo, nel rispetto, sempre della sicurezza se di troviamo su di esse. Le ferrate, come dice la parola stessa, sono di metallo e se il fulmine cade dalla parte opposta a quella in cui ci troviamo potrebbe raggiungerci indirettamente. Ci sono altri due consigli: o ci accoccoliamo mettendo sotto i piedi lo zaino per isolarci, oppure camminiamo lontani l’uno dall’altro. Stare troppo vicini potrebbe creare calore a fare da richiamo al fulmine. Da evitare sono anche le grotte perché potrebbero essere umide e se un lampo cadesse vicino la sua energia potrebbe facilmente disperdersi all’interno e farci anche molto male".

Milla Prandelli