
Il dipendente usava il permesso per andare in bicicletta (foto di repertorio)
Milano – Se un lavoratore chiede il permesso di assentarsi da lavoro in base alla legge 104 per assistere la madre disabile e poi usa metà del tempo concesso per girovagare in bicicletta è legittimo licenziarlo. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione, che sul caso ha sentenziato che il licenziamento del lavoratore in questione – avvenuto nel 2022 – fu “per giusta causa”.
La suprema corte ha quindi respinto il ricorso del dipendente presentato davanti alla Corte d'Appello di Brescia, che aveva confermato il “benservito” da parte dell'azienda e poi del giudice di primo grado. L'uomo, si legge nell'ordinanza della Cassazione, “come risulta dagli accertamenti dell'agenzia di investigazione privata, incaricata dal datore di lavoro, in sei giornate tra febbraio e marzo 2022, giunto a casa intorno alle 13, dopo circa un'ora, usciva in bicicletta da corsa vestito con scarpette, guanti e occhiali e rientrava a casa intorno alle 17”. Questo significa, secondo i giudici, che “in pratica usava metà del permesso per soddisfare esigenze meramente di svago”.
La difesa aveva sostenuto che non potesse essere controllato da un’agenzia investigativa ma la Cassazione ha “ribattuto” che il controllo in questi casi non può riguardare l'adempimento del contratto di lavoro ma può essere utilizzato “per verificare comportamenti che possano rilevare integrare attività fraudolente” come nel caso, appunto, di un utilizzo improprio della legge 104.