Lavoro, irregolarità di casa Sanzionate 6 aziende su 10

Su 5601 verifiche dell’Ispettorato, 3644 (il 65%) si sono concluse con rilievi. Il terziario il settore più a rischio. Dato lombardo peggiore della media nazionale

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di Federica Pacella

"Benissimo i controlli e le nuove assunzioni nell’Ispettorato del lavoro, ma il problema sta a monte: deve scomparire la cultura dell’irregolarità". Dal suo osservatorio, all’interno di una delle province con più imprese a livello nazionale, il segretario della Cgil Brescia, Francesco Bertoli, commenta così i dati del nuovo report nazionale dell’Ispettorato del lavoro.

"Da tempo chiedevamo più controlli, cosa che effettivamente è avvenuta – ricorda –. Quello che emerge, però, è che c’è una progressione: più aumentano le verifiche, più si riscontrano irregolarità. Questo deve far riflettere, perché le regole dovrebbero essere applicate a prescindere dai controlli: è un fatto culturale, che deve essere superato". Non regge la tesi secondo cui le aziende sarebbero indotte a “risparmiare”’ su formazione, sicurezza, retribuzioni per far fronte ai costi elevati del lavoro.

"La tutela dei lavoratori non può essere considerata un problema – commenta -. D’altro canto, nel momento in cui vengono riscontrate irregolarità, scattano sanzioni e blocco delle attività, che sono particolarmente onerosi: di fatto, conviene essere in regola". Bene, comunque, l’incremento del numero di ispettori del lavoro, prevista anche da una delibera di Regione, che prevede che le sanzioni alle aziende siano impiegate proprio per sostenere economicamente le attività di ispezione. Si vedrà se la maggiore probabilità di subire un controllo (e quindi una sanzione) ridurrà il numero di irregolarità.

Di certo c’è ancora molto da migliorare sul profilo della sicurezza, che resta uno dei principali problemi emersi dai controlli del 2021. "La sicurezza sul lavoro si basa su formazione, informazione, dotazione dei giusti dispositivi – ricorda Bertoli – se questi aspetti sono trascurati, si creano le condizioni per gli infortuni". Quanto ai settori, alcuni sono più esposti perché c’è una maggiore frammentazione delle attività (come in agricoltura o edilizia) o perché i lavoratori stessi (spesso stranieri) sono nella condizione di non poter contestare il mancato rispetto dei loro diritti.

Fa riflettere, infine, che anche in Lombardia siano stati intercettati 14 casi di minori al lavoro (su 114 in Italia). "Non sono numeri assoluti elevati – conclude Bertoli – ma si riscontrano annualmente: il fatto che non si arrivi mai ad azzerarli è un dato molto negativo".