Prevalle, il giallo di Jessica: uccisa e gettata in acqua poche ore dopo la scomparsa

Continuano le indagini per la morte della trentasettenne di Villanuova sul Clisi

Jessica Mantovani

Jessica Mantovani

Prevalle (Brescia), 16 settembre 2019 -  Continuano le indagini per la morte di Jessica Mantovani, la trentasettenne di Villanuova sul Clisi, trovata priva di vita tre mesi fa nelle griglie di un canale della centrale idroelettrica di Prevalle e che la Procura ritiene sia stata uccisa. Il pm Gianluca Grippo ha aperto un fascicolo per omicidio e ha messo sotto inchiesta un conoscente, Giancarlo Bresciani, 50 anni, l’uomo con cui ha trascorso la sera prima di morire. L’ultimo che, stando a quanto risulta finora, l’ha vista viva.

La scomparsa. Nessun lavoro, nessuna relazione stabile e problemi di dipendenza dalla cocaina, Jessica nel tardo pomeriggio del 12 giugno scorso si era fatta accompagnare nell’abitazione di Bresciani, a Prevalle, dal padre Giovanni. Intorno alle 20,30 il genitore avrebbe ricevuto una chiamata della figlia che voleva essere riportata a casa, e un’ora dopo, quando era riuscito a liberarsi per riprenderla, lei era già sparita. Uscita e andata via, gli aveva riferito una voce maschile rispondendo dal telefonino del cinquantenne, stesse frequentazioni di Jessica con il mondo degli stupefacenti. Dove, e con chi, non si sa.

L’indagato. Giovedì scorso Bresciani ha reso la sua versione in procura come persona informata dei fatti, ma ha lasciato a sorpresa gli uffici del magistrato in veste di iscritto al registro degli indagati. E a breve sarà risentito nuovamente. Venerdì intanto i carabinieri della Scientifica hanno setacciato da cima a fondo la sua abitazione, in cerca e tracce utili.

I rilievi. Gli esperti in camice bianco hanno lavorato quasi dieci ore, fino a mezzanotte inoltrata, recuperando materiale che ora sarà analizzato per capire se servirà a risolvere il caso. La triste storia di Jessica, descritta come persona allegra e solare a dispetto dei problemi di tossicodipendenza, sembrava destinata all’archiviazione. Suicidio, oppure caduta accidentale nel canale e annegamento, era l’ipotesi iniziale emersa dopo la scoperta del cadavere da parte di un manutentore in una vasca di raccolta delle scorie. I lividi e i numerosi segni sul corpo apparivano compatibili con il trascinamento della corrente. L’autopsia pero’ ha ribaltato il quadro: nei polmoni della vittima non c’era acqua. Dunque la 37enne è finita nel canale da morta. Inoltre sulla sommità del capo presentava una ferita, lesione alla luce degli ultimi approfondimenti appare la causa più probabile del decesso.

La dinamica. Forse, è la pista seguita, qualcuno l’ha colpita con un oggetto contundente e poi si è liberato di lei gettandola in acqua.