
Iushra Gazi
Brescia, 21 luglio 2020 - Due anni e due giorni. E di Iushra Gazi, 12 anni, bengalese residente a Brescia con la famiglia, non ci sono ancora notizie. Di lei, dal momento in cui è scomparsa il 19 luglio del 2018, non si è saputo più nulla. È come se fosse stata inghiottita nel nulla. E forse lo è stato per davvero: da una delle tante grotte, delle forre o delle voragini che caratterizzano l’altopiano di Cariadege a Serle, dove appaiono e scompaiono a seconda dei fenomeni atmosferici. Iushra è sparita sui monti del Bresciano o forse portata via da qualcuno per scopi mai chiariti. A cercare le risposte, da 24 mesi, è la Procura di Brescia, che si è avvalsa dell’aiuto di tutte le forze dell’ordine e degli operatori del soccorso che è stato possibile mettere in campo. In centinaia, se non migliaia hanno cercato Iushra, sparita mentre era in gita con i compagni insieme alla Fondazione Bresciana Assistenza Psicodisabili e con i loro educatori.
Chi doveva prendersi cura di lei, l’ha persa di vista. Lo scorso 25 giugno il processo di primo grado per la scomparsa della piccola si è chiuso con un patteggiamento davanti al Tribunale di Brescia. Roberta Ratti, l’educatrice responsabile della cura della bimba, ha patteggiato otto mesi per omicidio colposo. La famiglia, intanto, ha ottenuto un maxi risarcimento dall’assicurazione della Fondazione Fobap. Ma non ha riavuto la figlioletta, che è ciò che più vorrebbe e che ha sempre rimarcato in questo tempo. La piccola Iushra, che viveva in centro a Brescia, era autistica. Quando è sparita era in buona salute. Ai tempi un testimone ritenuto credibile raccontò di averla vista allontanarsi sola lungo una stradina. Altri riferirono di presunti avvistamenti. Sono pure entrati in campo dei veggenti. Di fatto Iushra Gazi sembra essere sparita per sempre. Il padre non ha mai creduto davvero all’incidente. Peraltro i vigili del fuoco, che hanno coordinato le ricerche con l’ausilio del Soccorso Alpino, non hanno lasciato nulla al caso. Sono stati setacciati grotte, boschi, laghetti e tutti i luoghi in cui Iushra avrebbe potuto nascondersi o finire per caso. Ancora adesso c’è chi, durante un’escursione, non tralascia di controllare forre e buche.